Tanti anziani, pochi nati e 241mila malati cronici: la sanità paga il conto

L’indagine Nel 2024 si sono registrati 69mila ricoveri vale a dire duemila in più rispetto all’anno precedente - L’invecchiamento della popolazione ha un forte impatto

Nell’ultimo anno la mortalità a Como è scesa del 10%, ma i ricoveri in ospedale sono aumentati di oltre 2mila unità e le malattie croniche certificate sono 12mila in più.

Dopo la pandemia

La premessa dell’indagine epidemiologica svolta ogni anno dall’Ats Insubria è purtroppo sempre la stessa da circa vent’anni. Il tasso di natalità continua a calare e rispetto al 2019 è passato da 7,2 a 6,3, in termini assoluti significa che sono nati 550 bambini in meno all’anno (da circa 4350 nuovi nati a 3700 neonati ogni dodici mesi). L’indice di invecchiamento invece continua a salire, gli over 65 sono aumentati del 5,3% nell’ultimo lustro, il numero degli anziani è diventato superiore a quello dei bambini e anche la bilancia con tutti i minorenni è presto destinata a invertirsi. Tutto ciò, scrive l’Ats, ha un forte ritorno sui bisogni di cura e assistenza.

Durante il 2023 però il numero dei decessi è molto calato, del 10% rispetto all’anno precedente e dell’8% rispetto alla media del periodo fino al 2018. Da 6542 decessi siamo passati a 5829 detto che nell’anno nero del Covid i morti erano stati 7557, mentre prima della pandemia nel 2019 erano stati 5817. Questa contrazione secondo l’agenzia è dovuta proprio alla scomparsa degli effetti del Covid, la cui coda si è fatta sentire comunque anche durante il 2022 mentre ora siamo rientrati su livelli di normalità.

Dimenticato il virus però la nostra popolazione, sempre più anziana, bussa più spesso alle porte degli ospedali. Il tasso di ricovero nell’area dell’Asst Lariana passa in un anno da 112,4 a 116, significa circa 69mila ricoveri contro i precedenti 67mila. Tanti, ma bisogna sapere che nella nostra provincia vivono 241mila persone con almeno una patologia cronica accertata, poco meno della metà della popolazione. Di questi oltre 10mila sono interessati da più di tre patologie. Se andiamo a fare il confronto con la stessa tabella relativa all’anno precedente scopriamo che le malattie croniche certificate sono aumentate di circa 12mila unità. Non è detto che siano persone singole, 104mila comaschi soffrono di due o più patologie. E’ però significativo sapere che le diagnosi di diabete sono aumentate di circa 1.500 unità, quelle per malattia cardiovascolari, il gruppo su tutti più numeroso, di oltre 6mila, mentre le malattie oncologiche di circa 1.800.

La configurazione “a botte”

«Il quadro demografico permette di fare previsioni per il futuro – si legge nel documento - una base larga con una forma a piramide denota una popolazione che crescerà, mentre una base che si restringe determina una configurazione a “botte”, indice di una società in cui sta calando la natalità. Un esempio di quest’ultimo caso è la distribuzione per età inerente all’Ats Insubria, tipica delle attuali società industrializzate, ove l’aumentata qualità dell’assistenza sociosanitaria è alla base dell’incremento dell’età media. La classe d’età più consistente è quella che comprende la generazione nata nel periodo del boom economico, alla fine degli anni sessanta. L’invecchiamento della popolazione è il fattore demografico che influenza maggiormente i fenomeni sanitari, in particolare la morbosità e la mortalità».

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