Quasi 200 in Comune per protestare contro la chiusura delle scuole. «E ora pensiamo a un referendum abrogativo»

Como Tante mamme e papà a Palazzo Cernezzi in occasione del Consiglio comunale. Prima il corteo in centro, poi il raduno nel cortile antico: «Chiediamo ascolto, è legittimo in democrazia». Sindaco: «Comitati all’uopo»

Torna la protesta contro la chiusura delle scuole decisa dalla giunta guidata dal sindaco Rapinese. Lunedì sera, 14 ottobre, un corteo composto da circa 150 genitori ha sfilato in centro storico con altrettanti lumini accesi in segno di protesta, prima di approdare nel cortile antico di Palazzo Cernezzi già teatro, nelle precedenti occasioni, di analoghe iniziative di protesta.

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Come noto mamme e papà insistono per il salvataggio delle scuole che l’amministrazione ha già deciso di chiudere, motivando la scelta con esigenze di tipo economico (le ristrutturazioni, in alcuni casi obbligatorie e parecchio costose) e demografiche (il drastico calo delle nascite). Anche questa sera i genitori proveranno ad avere un confronto con il primo cittadino, che già il mese scorso aveva ricevuto una loro delegazione in aula consigliare prima dell’avvio dei lavori del consiglio.

Il corteo è stato organizzato dal neonato movimento Genitori della scuola via Perti - asilo Carluccio, che a conclusione della serata si è detto soddisfatto per il numero raggiunto (al termine della manifestazione erano circa 200 le persone che vi hanno preso parte o si sono presentate nel cortile di palazzo Cernezzi per mostrare sostegno alla causa).

La risposta del sindaco

Alle minoranze che si sono fatte portavoce, durante il consiglio comunale, delle istanze dei manifestanti ha risposto in aula il sindaco Alessandro Rapinese. «È curioso e ridicolo – ha attaccato, rivolgendosi ai consiglieri di minoranza che negli interventi preliminari si sono tutti soffermati sul tema della chiusura delle scuole – che siate voi a sollevare il tema delle scuole. Strano che nessuno di voi dica come le avevate lasciate, visto che le avete così a cuore. Non penserete che sia andato sul tetto della Perti o della Carluccio con un martello pneumatico. Avevate avanzi di bilancio mostruosi e non avete fatto le opere. Io, di scuole, ne ho già messe a norma due». Poi ha aggiunto: «Il provveditore ha dato parere favorevole, alcuni istituti come Prestino e Rebbio hanno fatto lo stesso e noi abbiamo interpellato tutte le assemblee dei genitori. Poi ci sono i comitati nati all’uopo, ma i pareri veri li abbiamo chiesti e sono arrivati».

Il sindaco ha più volte sottolineato il calo demografico: «Il calo alle materne sarà poi alle elementari, medie e superiori, tant’è che chiuderanno migliaia di scuole. Se avremo classi con un solo bambino non ci sarà certo socializzazione. Se ho sette bambini in sette scuole... parlano con le finestre. Rotte».

«Chiusura al dialogo»

«Il movimento prende atto con rammarico che il sindaco pro tempore di Como, Alessandro Rapinese, ancora una volta ha dimostrato totale chiusura al dialogo e sprezzo delle regole democratiche, liquidando la legittima protesta in aula come frutto di “movimenti nati all’uopo” e negando ogni possibilità di confronto per trovare una soluzione condivisa e alternativa alla chiusura dei plessi scolastici» ha commentato così l’intervento del primo cittadino il portavoce dei genitori dei due plessi scolastici, Vincenzo Falanga. Il movimento che ieri si è fatto carico dell’organizzazione della manifestazione di protesta è effettivamente nato da poche settimane, ma l’intenzione, stando alle parole di Falanga, è quella di costituirsi al più presto in associazione («è la democrazia, bellezza» ha sottolineato il portavoce dei genitori, citando l’espressione spesso usata dal sindaco Rapinese nell’aula del consiglio). «Finora non c’è mai stato un confronto con i genitori della scuola di via Perti e dell’asilo Carluccio, così come falsamente affermato da Rapinese in consiglio comunale» hanno rivendicato le famiglie questa mattina, facendo un bilancio della serata.

Falanga, a nome dei genitori, sottolinea l’intenzione di mettere in campo «ogni mezzo a disposizione per difendere il progetto educativo scelto dalle famiglie», dopo il rifiuto al dialogo da parte della giunta con cui hanno dovuto fare i conti le famiglie ieri sera a palazzo Cernezzi.

L’ipotesi di un referendum abrogativo

«Stiamo valutando anche l’avvio di un referendum abrogativo contro la chiusura delle scuole - aggiunge Falanga - oltre al pieno appoggio alla richiesta dei consiglieri di minoranza per un consiglio comunale aperto che permetta il dibattito pubblico su una questione così rilevante, dando la possibilità a tutta la cittadinanza di intervenire».

Così le famiglie sanciscono quella che hanno definito, ieri sera, «una legittima espressione di democrazia».

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