Melanomi, diagnosi raddoppiate: «Colpa della tintarella. Ma non solo»

Salute Il tumore della pelle è la seconda neoplasia più diffusa tra gli uomini sotto i 50 anni - I numeri sono influenzati anche dall’aumento esponenziale di esami e controlli dermatologici

I melanomi aumentano del 7% all’anno, le diagnosi in dieci anni sono raddoppiate.

Lo dicono le statistiche nazionali, lo rilevano i dermatologi negli ospedali e negli ambulatori, quella che un tempo era una neoplasia rara è diventata la seconda più diffusa tra gli uomini e la terza nelle donne sotto ai 50 anni. Il rischio di sviluppare questa patologia nel corso della vita, attorno all’1,5% delle probabilità, è correlato al modo in cui ci proteggiamo dal sole, ma anche dall’aumento esponenziale di controlli, esami, mappature dei nei.

Maggiore attenzione

«Sicuramente la maggiore attenzione da parte dei cittadini ha inciso – commenta Amelia Locatelli, primaria della Dermatologia dell’Asst Lariana – come pure la maggiore disponibilità di metodiche diagnostiche e visite più accurate, per esempio la dermatoscopia ha rappresentato una vera svolta per la valutazione delle lesioni pigmentate. Inoltre è bene ribadire che l’aumento di casi non corrisponde ad un aumento della mortalità, perché oggi riusciamo a individuare per tempo tumori ancora superficiali e sottili. Il risultato è che l’incidenza ha un trend di incremento annuo pari a 4,4% nei maschi e al 3,1% nelle femmine».

L’uso smodato di lampade Uv, una esagerata tintarella al mare, però hanno un peso. «I melanomi possono emergere anche a distanza di anni – suggerisce la dermatologa comasca Francesca Prestinari – una volta per difendere i bambini non avevamo a disposizione creme ad alta protezione, non sapevamo difendere a sufficienza dai raggi del sole la prima età infantile. Ora che abbiamo strumenti più efficaci possiamo augurarci che l’incidenza in futuro si riduca».

«Imbattersi in un melanoma all’inizio della mia carriera era un fatto raro – dice Guido Ferguglia, specialista in forze al Valduce – adesso siamo sommersi dalle richieste dei pazienti per fare il controllo dei nei, dove non di raro diagnostichiamo patologie a uno stadio iniziale». L’incremento delle diagnosi è confermato anche dai reparti di Anatomia patologica del Sant’Anna e del Valduce, quando poi effettuano gli esami sui nei per comprenderne l’esatta natura. «Certamente c’è una maggiore sensibilità – dice la primaria del reparto del Valduce Luciana Ambrosiani – più controlli, strumenti più efficaci. Probabilmente però anche i fattori ambientali sono da considerare, i più collegati alla fotoesposizione». Soprattutto, spiegano gli specialisti, se massiva e concentrata in periodi di tempo molto ristretti.

«Attenzione perché sono in forte aumento anche i carcinomi spinocellulari – dice la dermatologa Alessandra Bucci consulente della Lilt di Como – sempre dovuti all’esposizione solare, sono subdoli perché si confondono con formazioni benigne».

Colpisce tra i 30 e i 60 anni

Fino a dieci anni fa i melanomi a Como nemmeno figuravano tra le cinque neoplasie con maggiore frequenza in entrambi i sessi, erano marginali nelle classifiche del registro tumori stilato dall’Ats.

Rarissimo prima della pubertà, il melanoma colpisce prevalentemente soggetti di età compresa tra i 30 ed i 60 anni e di classe sociale medio alta.

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