Cronaca / Como città
Mercoledì 16 Ottobre 2024
«Referendum per salvare le scuole»
La protesta I genitori di via Perti e dell’asilo Carluccio, contrari alla chiusura, pensano alla consultazione popolare - Il portavoce Falanga: «Vogliamo coinvolgere la città nel dibattito. Al vaglio un quesito, l’alternativa è andare al Tar»
I genitori degli studenti della primaria di via Perti e dell’asilo Carluccio vagliano l’ipotesi del referendum comunale, per provare a salvare i due istituti dal piano di chiusura predisposta dal Comune per l’anno prossimo.
Questa l’ipotesi lanciata ieri dal neonato movimento genitori, che fa riferimento alle due scuole del centro. Il portavoce delle duecento famiglie coinvolte dalle chiusure, Vincenzo Falanga, non nasconde di aver considerato anche altre vie per provare a fermare le chiusure. «Non escludiamo nulla, anche un ricorso al Tar è al vaglio, ora la situazione va analizzata. Il punto però, per noi genitori e famiglie, è coinvolgere quanto più possibile la cittadinanza - puntualizza - Quindi quella del referendum ci sembra un’opzione percorribile, nel senso di far sentire democraticamente la nostra voce e quella di chi la pensa come noi».
Il quesito
A dare il là al processo che potrebbe portare, nei prossimi mesi, all’iter per l’avvio e l’approvazione di un referendum abrogativo comunale è stata la delibera pubblicata ieri sull’albo pretorio ma sottoscritta dalla giunta già lunedì. Tuttavia, l’idea aleggiava già da diverso tempo all’interno del gruppo di famiglie, che sta per costituirsi ad associazione. Il documento pubblicato ieri dalla giunta conferma quanto contenuto nel piano di organizzazione della rete scolastica, oltre alle numerose dichiarazioni che il sindaco ha rilasciato tanto a Como quanto fuori Comune, durante l’audizione convocata dal consiglio regionale la scorsa settimana. Nella delibera, per quanto riguarda i due istituti del centro, ovvero la scuola di via Perti e l’asilo di via Volta, si parla esplicitamente di chiusura a partire dall’anno prossimo. Sarà questo il documento l’oggetto del quesito che potrebbe essere sottoposto ai cittadini.
«L’ipotesi è quella di presentare un quesito che sia incentrato sulla coerenza. Ci sono istituti per cui può anche essere coerente pensare a una razionalizzazione, come quella proposta dal sindaco, così non è per la scuola di via Perti e l’asilo Carluccio - puntualizza Falanga - Quindi il quesito, se si opterà definitivamente per il referendum, sarà scritto in modo da riguardare questi due istituti nello specifico senza mettere in discussione i pareri positivi espressi da altri consigli di istituto rispetto al piano del Comune».
Come funziona
Di un referendum in città, poi bocciato dalla commissione di esperti di Palazzo Cernezzi, si era parlato in occasione del trasferimento degli uffici comunali nella ex Ticosa, nel 2020. La proposta, quattro anni fa, era sostenuta da un comitato capeggiato anche dall’allora consigliere di opposizione Alessandro Rapinese.
I referendum popolari comunali possono essere proposti, secondo lo statuto del Comune di Como, sulle materie di esclusiva competenza del consiglio (con alcune eccezioni), tramite la costituzione di un comitato promotore e una raccolta firme da parte degli elettori, cui segue un parere, vincolante per la giunta, stilato da una commissione di esperti che può ammettere o bocciare il quesito proposto.
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