Finalmente: ora l’ortopedia funziona. «Pronti ad aprire sei nuovi ambulatori»

Salute Il Sant’Anna nomina altri cinque specialisti. Il primario: «Una squadra che funziona» - L’obiettivo è il rilancio della chirurgia di spalla, piede e ginocchio oltre a quella protesica

Como

L’Ortopedia del Sant’Anna adesso funziona a pieno regime, e sei nuovi ambulatori specializzati sono pronti a partire.

A luglio il reparto si era dovuto fermare, salvo urgenze, per la grave mancanza di specialisti, soltanto quattro medici erano rimasti in servizio. Per lo stesso motivo la traumatologia di Cantù si era già bloccata, mentre a Menaggio l’organico è da tempo ridotto all’osso. Adesso invece l’Ortopedia dell’Asst lariana, preso da Varese il nuovo primario Michele Francesco Surace, conta venti tra medici e specializzandi.

L’ultimo concorso

Le ultime iscrizioni alla scuola di ortopedia dell’università dell’Insubria, diretta dallo stesso nuovo primario del Sant’Anna, hanno raccolto nove candidature sulle nove borse complessive messe a disposizione. Di questi giovani medici per la prima volta cinque verranno inseriti a Como e non soltanto a Varese. L’intenzione dell’ateneo e del reparto è spostare ufficialmente la sede del corso di formazione nella nostra città dal prossimo anno. Una garanzia per avere un ricambio di giovani medici in corsia.

«Con l’ultimo concorso d’assunzione, nominati altri cinque specialisti, abbiamo una squadra capace di far funzionare bene il Sant’Anna e il Sant’Antonio Abate – dice Surace –. Sono riprese operazioni e interventi in elezione da questa settimana a San Fermo e prossimamente anche a Cantù apriremo sei nuovi ambulatori. Dedicati in particolare all’osteoporosi, alla spalla, al ginocchio, alla chirurgia del piede e a quella protesica, da dicembre grazie all’arrivo di altri due specialisti completeremo l’offerta con la chirurgia della mano». La chirurgia della mano a Varese è praticamente sparita, colpa di diversi licenziamenti e trasferimenti lampo anche il team più storico si è sciolto. Alcuni di questi esperti stanno, non a caso, per arrivare a Como. «Offriremo ai pazienti un primo accesso, una visita ortopedica per indirizzare secondo bisogni di cura nel giusto ambulatorio specialistico – dice Surace –. Quanto all’attività chirurgica la direzione dell’ospedale ci ha dato gli spazi per garantire tutte le nostre attività, anche in elezione. Anzi, se ci fossero più ambulatori, sale e posti letto penso che potremmo incrementare il nostro lavoro». Come detto sia a Como che a Cantù. Quanto a Menaggio l’Asst Lariana attende le decisioni della politica circa il futuro del presidio. Con l’organico attuale comunque, anche alla luce di due imminenti pensionamenti, non è pensabile portare sul lago un maggior numero di attività, servirebbe un ulteriore nuovo concorso d’assunzione per trovare almeno quattro ortopedici.

I medici a gettone

Nel periodo estivo, tra luglio e agosto, la carenza di specialisti in Ortopedia era tale che anche il più grande ospedale centrale aveva dovuto fare ricorso ai costosi medici a gettone esterni inviati dalle cooperative. Figure che la sanità lombarda aveva cercato di eliminare. Non solo, i codici minori, i bisogni di cura più lievi, da Como venivano dirottati all’ospedale di Circolo di Varese o al Gaetano Pini di Milano. Questa parentesi sembra ormai per fortuna superata.

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