Como: rischio assembramenti
«Servono volontari e vigili»

Ad oggi non esiste un piano del Comune per gestire la ripartenza. L’assessore Gervasoni: «Pronti a schierare più pattuglie fuori dalle scuole»

Gli assembramenti mattutini di studenti e genitori fuori dalle scuole erano cosa nota già in epoca non sospetta. Ora, con l’emergenza Covid, c’è la quasi certezza che si ripetano e, nonostante questo, il Comune ad oggi non ha predisposto alcun piano o intervento all’esterno degli istituti scolastici cittadini per evitare il caos.

Ma l’assessore ai lavori pubblici Pierangelo Gervasoni, che martedì ha in agenda un vertice con l’Agenzia del trasporto pubblico locale, respinge accuse di immobilismo: «Non è vero che non stiamo facendo o immaginando niente. Sciolto dal governo il nodo sui bus noi potremmo predisporre dei controlli sistematici della polizia locale, delle pattuglie anti assembramenti».

I nodi critici

A due settimane dalla ripresa delle lezioni, la situazione è più confusa che mai. Anche su come e quando consentire ai ragazzi di arrivare a scuola.

I nodi più critici sono noti: si pensi al parcheggio dell’istituto comprensivo di Albate, con un piazzale sempre gremito. Oppure alle mamme che lasciano i figli di fronte alla Parini o passando da via Borgovico. C’è una utenza massiccia anche in via Cadorna, tra l’asilo e il Caio Plinio, così come alla fermata della Magistri dove salgono e scendono centinaia di alunni. La fotografia è nota anche in via Paoli per il liceo Giovio.

«Si poteva magari pensare di scaglionare gli ingressi tra le 8 e le 10 - suggerisce l’assessore Gervasoni - le corse dei bus a mattina inoltrata diventano libere. Così invece è possibile che ci siano problemi e conseguenze anche sulla viabilità ordinaria, legate alla crisi del trasporto scolastico. Chiederemo magari a genitori, docenti e volontari di organizzare degli accessi ordinati stile pedibus in fila indiana». Il pedibus in città non c’è più da due anni. È un progetto che è stato lasciato decadere. Quanto agli ingressi scaglionati tra le 8 e le 10 l’Agenzia Tpl ha sempre detto ai presidi di non essere in grado di garantire corse frequenti per gli studenti in una fascia oraria così ampia. È vero che molte scuole dividono l’utenza, fanno entrare le classi a turno. Ma è anche possibile che molte famiglie preferiscano accompagnare i figli in auto.

Dal canto suo l’amministrazione provinciale sul tema del trasporto scolastico rimanda ai mancati finanziamenti e alle mancate autorizzazioni regionali e il presidente di Villa Saporiti, Fiorenzo Bongiasca, consiglia senza mezzi termini agli istituti di fare le lezioni online. Stesso consiglio da parte del presidente dell’Agenzia Tpl Angelo Colzani secondo cui ormai non c’è tempo per organizzare bandi e contratti per comprare bus in più, al massimo si può mettere qualche pezza.

Tagli e tariffe

Ma genitori e studenti fanno notare come ci si poteva magari pensare ad aprile, a quei bandi e a quei contratti. Senza dimenticare che mentre tra il 2014 e il 2019 i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti Asf sono aumentati, seppur di poco, a seguito di tagli le linee extraurbane tra il 2012 e il 2018 hanno perso 329mila chilometri di percorrenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA