Terremoto allo Yacht Club. E spunta anche un’inchiesta

Associazioni Quattro consiglieri si dimettono: si dovrà tornare a votare - Santambrogio: «Amarezza». Esposto in Procura sull’operato dell’epoca Ge

La calma piatta, nelle acque del lago fronte Yacht Club, non si sa più cosa sia. E neppure la turbolenta fine dell’epoca Ge e l’inizio di una nuova era ha riportato serenità ai vertici dell’associazione sportiva. A soli tre mesi dall’elezione che ha incoronato Silvio Santambrogio nuovo presidente, quattro consiglieri su sette hanno formalizzato le proprie dimissioni. E fatto decadere il presidente stesso.

Santambrogio, con la sua consueta affabilità, sceglie la strada della diplomazia: «Cos’è successo? Che alcuni consiglieri hanno avuto visioni diverse. E il consiglio dev’essere unito per il bene dell’associazione sportiva. Quindi hanno preferito dimettersi». Pur in versione pompiere, impegnato a spegnere sul nascere qualsiasi ipotesi di incendio intestino ai soci, Santambrogio ammette: «Sì, certo: mi dispiace. L’amarezza c’è, ma sono convinto che Niki farà bene».

Niki è Niki D’Angelo, che in quanto presidente dei probiviri dello Yacht club ha preso ora le redini per accompagnare l’associazione a nuove elezioni (entro i prossimi 45 giorni dovrà convocare l’assemblea dei soci).

Il fatto è che, al netto delle rassicurazioni e dei toni concilianti propri di una persona mite quale Santambrogio, pare che dietro a queste dimissioni ci siano le tensioni legate al recente passato dello Yacht Club con le accuse, al board guidato da Giancarlo Ge, di aver trasformato l’associazione sportiva dilettantistica in un’attività prevalentemente commerciale. E forse non è un caso che a rassegnare le proprie dimissioni siano stati nomi storici del club quale Achille Sauchelli, già segretario generale nonché direttore sportivo e uomo molto vicino a Ge, o Fabio Scudeletti, tesoriere anche nei precedenti direttivi, o Roberto Ruggieri che già in passato ha seduto in consiglio. Dimissioni anche per Loredana Pivelli, moglie di Scudeletti.

Ad agitare ulteriormente gli animi in quel di viale Puecher il rumor - che, in realtà, sembra essere più di una semplice voce bensì un fatto concreto - sull’esposto presentato alla Procura della Repubblica di Como, contro le passate gestioni dell’associazione sportiva.

Le denunce, per essere precisi, sono due: una alla Procura Sportiva delle Federazione Italiana della Vela, l’altra - appunto - alla Procura di Como. L’ipotesi al vaglio è che lo Yacht Club, negli ultimi anni, abbia completamente abbandonato i propri scopi sociali trasformando l’associazione sportiva dilettantistica in un ente commerciale visti gli introiti garantiti dai taxi boat del lago, grazie all’unico distributore di benzina cittadino per barche e motoscafi gestito proprio dallo Yacht Club.

Santambrogio non conferma, anzi tende a smentire questa lettura, ma intanto il suo augurio è chiaro: «Per fortuna Niki D’Angelo è delegato Coni, quindi sono certo che saprà accelerare il nostro programma di tornare a fare più sport». E meno affari.

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