Cronaca / Como città
Lunedì 02 Dicembre 2024
Traffico bloccato in città per gli eventi. Rapinese: «Me ne frego, saranno di più»
Il caso Dopo il caos legato alla chiusura delle strade per la serie A, riecco le proteste dei cittadini - Ma il sindaco: «Mi spiace, per quell’ora e mezza si farà un percorso diverso. La città deve vivere»
Gli animi dei comaschi non si sono ancora placati, a distanza di più di 24 ore dal caos in cui il traffico cittadino è piombato, prima e dopo la partita Como-Monza che si è giocata al Sinigaglia sabato pomeriggio.
Sui social e sul sito del giornale tanti lettori hanno espresso il proprio disappunto per i lunghi tempi d’attesa che hanno lasciato gli automobilisti in coda in diversi punti della città, per via della chiusura della tangenziale. Una chiusura prevista, certo, come già è capitato per gli altri match che il Como 1907 ha giocato in casa, ma che questa volta è durata ben più del previsto e, secondo molti comaschi, ben più dell’accettabile. Viale Innocenzo, in occasione delle partite al Sinigaglia, viene chiuso per qualche minuto prima e dopo il fischio d’inizio e quello finale per permettere ai tifosi della squadra avversaria di raggiungere e lasciare lo stadio a bordo dei bus navetta in sicurezza. L’operazione però sabato pomeriggio è stata più lunga del previsto. A complicare la situazione, rispetto al solito, è stato il fatto che dei 700 ultras monzesi arrivati in città, una metà è scesa dal treno in stazione Como San Giovanni e da lì è stata portata al Sinigaglia con il bus, un’altra metà invece è arrivata a Lazzago (il parcheggio era stato chiuso già dalla mattina, come si verifica nelle giornate di match, e riservato esclusivamente ai tifosi) per poi essere trasportata in pullman fino allo stadio.
Gira che rigira, la tangenziale è rimasta chiusa per 40 minuti pre partita e per altri 30 post partita, con l’inevitabile formarsi di lunghe code in entrata e in uscita dalla città e qualche momento di tensione tra tifosi comaschi e forze dell’ordine, che ha portato anche all’arresto di un supporter del Como. Tutto ciò ha risvegliato negli animi dei comaschi un dibattito vecchio ormai come la città stessa: stadio in riva al lago sì o stadio in riva al lago no? Una domanda che sembra lasciare il tempo che trova, dal momento che entro la fine dell’anno la società dovrebbe presentare il progetto per la ristrutturazione del Sinigaglia (esattamente lì dov’è sempre stato), come ha ribadito in settimana Mirwan Suwarso stesso.
Resta dunque il tema di una città che deve fare i conti con un’attenzione e una frequentazione sempre più alta, legata alla serie A, ma non solo. «C’è un disagio, me ne frego? Mi spiace, per quell’ora e mezza fai un percorso diverso. La città deve vivere, noi vogliamo essere una città seduttiva, attrattiva di eventi. Mi spiace: questo è quello che vuole il sindaco di Como». Con queste parole in diretta su Etv venerdì sera Alessandro Rapinese, prima della partita Como-Monza, aveva liquidato le proteste di chi mal sopporta le conseguenze di alcuni eventi, tra cui quelli calcistici, sulla viabilità cittadina. Il riferimento delle parole del sindaco, nello specifico, era alla mezza maratona che si è disputata ieri mattina, ma Rapinese non ha mancato di parlare anche del Como 1907. «Abbiamo una società per la quale è il caso di baciarsi i gomiti: sono stati affidabili, serissimi, per cronaca la nostra piccola città da 84mila abitanti è in serie A, uno dei campionati più importanti del mondo. Ci hanno portato loro, il Comune è a fianco della società: punto. Anche noi siamo a fianco della società», ha dichiarato infatti il sindaco.
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