Tutti in acqua nonostante il divieto: «È proibito? Non lo sapevamo»

Tempio Voltiano Stesse scene di tutte le estati: turisti e gitanti a mollo nel lago (sporco) - Qualcuno è a conoscenza del divieto, ma la maggior parte ammette: «I cartelli? Mai letti»

I genitori guardano dalla spiaggia i bambini mentre si immergono, gridano e si schizzano a vicenda, qualcuno con il salvagente, altri senza. E poi tuffi, gruppetti di adolescenti ma anche coppie che, dopo la rinfrescata, si stendono al sole. Giovani e persone mature, praticamente tutti con accento straniero.

La scena vista ieri in zona Tempio Voltiano è la stessa che si ripete da tutta l’estate, nonostante i cartelli che indicano il divieto di balneazione, nonostante i numerosi morti – tutti giovanissimi – che in quelle acque hanno perso la vita negli anni, nonostante il Cosia che scarica a pochissima distanza. Presa d’assalto la spiaggetta davanti al Tempio, così come la lingua di sabbia che si crea ogni volta che il lago cala di livello, proprio davanti allo sbocco del Cosia. I cartelli ci sono e il divieto è indicato in tutte le lingue, oltre alle immagini che non lasciano spazio a dubbi, i casi dunque sono due: o i turisti non vedono i cartelli, oppure se ne infischiano, perché «se lo fanno tutti, allora lo faccio anche io». Scambiando quattro chiacchiere con chi, ieri pomeriggio, era proprio lì, si è capito come entrambe le opzioni siano valide. «Veniamo da Tolosa – racconta una coppia di turisti francesi, mentre si asciugano dopo il bagno nel lago –, siamo consapevoli che qui la balneazione è vietata, anche se non sappiamo il perché. Abbiamo provato a spostarci più in là, ma non abbiamo trovato altre spiagge libere ma solo private, e quindi siamo venuti qui. Crediamo che stando a riva il lago non sia pericoloso, quindi abbiamo deciso di fare il bagno».

Una famiglia tedesca, invece, ha raccontato di non sapere del divieto, nonostante il cartello fosse a circa un metro da loro. «Abbiamo cercato su Google Maps e abbiamo visto che c’era un lido, ma a piedi era un po’ distante – spiegano i genitori, mentre la figlioletta nuota – questo è il primo posto che abbiamo trovato passando e ci siamo fermati direttamente, non sapevamo del divieto. L’acqua in effetti è un po’ sporca, lo abbiamo notato. A noi non piace fare il bagno, ma alla bambina sì».

«Io vengo sempre qui, non credo sia pericoloso – aggiunge anche una donna originaria del Marocco, la cui figlia è in acqua - è un bel posto. Io arrivo da Milano e ogni tanto vengo a Como. Non sapevo ci fosse il divieto, non ci ho mai fatto caso, credo che se si va al largo possa essere pericoloso, altrimenti no. Qui è come il mare, per i bambini è bello. Non conosco altre spiagge libere in zona. Ai bambini piace fare bagno nel lago, lo preferiscono anche alla piscina». L’ultimo commento è di un’altra famiglia francese. «Vietato? E perché non c’è la bandiera rossa, qualcosa di più evidente o controlli? Noi non abbiamo fatto caso ai cartelli – è il loro giudizio - abbiamo visto che tante persone stavano facendo il bagno e ci siamo fermati. Sappiamo che ci sono dei lidi, ma è un peccato che non ci siano spiagge libere. Crediamo che se i genitori controllano i figli mentre sono in acqua e restano vicino, non c’è pericolo».

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