Como, sulla chiusura delle scuole decisa dalla giunta piovono critiche. Nessi: «Sospendere il provvedimento»

Il caso Fratelli d’Italia e Cgil contrari alla chiusura delle scuole. E Svolta Civica presenta una mozione

Le scuole come incentivo per la residenzialità: il punto di vista è condiviso da tutte le parti e contrasta nettamente con la decisione della giunta di chiudere altre sei scuole, tra asili e primarie, oltre alle due chiusure già annunciate, da qui al 2026. A esprimerlo sono è il consigliere comunale di Svolta Civica, Vittorio Nessi, che oggi ha presentato una mozione per impegnare il consiglio comunale a «sospendere le decisioni sin qui adottate in attesa di valutare le ricadute sociali ed economiche future sui quartieri e sul centro storico, la destinazione futura degli immobili e inoltre, con riferimento alla scuola di via Perti, a ripristinare quanto prima la sicurezza e a considerare essenziale la destinazione dell’immobile al fine attuale, cioè scuola». Nella mozione si ricorda anche l’importanza delle scuole per «quartieri sensibili come Ponte Chiasso», oltre alle parole usate in passato dal sindaco, allora consigliere di minoranza, per la scuola di via Perti, una di quelle interessate dale chiusure dei prossimi anni. «Rapinese si era impegnato a “presentare una mozione con la quale si impegna a ripristinare quanto prima la sicurezza e a considerare essenziale la destinazione di quell’immobile al fine attuale, cioè la scuola”» si legge nella mozione presentata oggi da Nessi.

La stessa posizione è stata sostenuta da Cgil, che non ha mancato di ricondurre le responsabilità dell’attuale condizione in cui versano le scuole alle «scelte fatte nel tempo a livello nazionale , oltre che locale». Il sindacato ha però sottolineato che l’attuale amministrazione comunale «interpreta il sistema di welfare pubblico come un “carrozzone” da ridimensionare» e ha suggerito di «provare a sperimentare nuove forme di progettazione delle politiche locali, prendendo spunto da quei paesi che hanno fatto i conti con la denatalità».

Ma anche da destra la critica alla decisione presa dalla giunta è stata dura. Stefano Molinari, referente provinciale per Fratelli d’Italia ha evidenziato come «la chiusura di una scuola dovrebbe essere una misura estrema, che non dovrebbe mai essere dettata da un mero calcolo economico».

«Chiudere una scuola significa spegnere una comunità. Non dobbiamo chiudere le scuole - continua Molinari - ma ripensarle nel loro insieme, per essere pronti a una futura ripresa demografica e garantire che siano pronte a rispondere alle esigenze della comunità»

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