Cronaca / Como città
Venerdì 29 Novembre 2024
Comune, per entrare serve il documento: «Così si perde tempo»
La novità In portineria si fa la coda per ritirare il badge e si consegna la carta d’identità. Subito code e proteste. Si fa anche a Brescia. Non a Bergamo, Varese e Lecco
Dopo la sbarra abbassata e l’obbligo del cartellino numerato, ora per entrare a Palazzo Cernezzi è necessario anche presentare un documento d’identità. La novità ha destato già qualche lamentela tra i cittadini.
La nuova regola - anticipata un paio di settimane fa dalla chiusura del portone di ingresso affacciato su via Vittorio Emanuele e dall’introduzione del badge plastificato - è in vigore da questa settimana. A informare i cittadini è un cartello affisso al cancello dell’ingresso carraio su via Bertinelli: «Per entrare nel palazzo è necessario lasciare un documento presso la portineria».
Code in entrata e uscita
Due code, una per entrare e una per uscire, ma un unico sportello per smaltirle
Ieri, in mattinata, erano diversi i cittadini fermi davanti alla portineria in attesa di poter consegnare il proprio documento di identità e ricevere in cambio il tesserino plastificato da tenere in vista per tutta la durata della visita in municipio. I tempi di attesa sono legati al fatto che per l’entrata e l’uscita sono state previste due “corsie” che tuttavia confluiscono entrambe nello stesso punto: lo sportello della portineria. Qui, chi entra deve dichiarare il motivo della propria visita, consegnare un documento di identità, che viene conservato e numerato con il riferimento al numero presente sul tesserino consegnato al cittadino. Al contrario, chi esce deve attendere il proprio turno per riconsegnare il tesserino numerato e avere in cambio il documento d’identità presentato. Ieri mattina i dipendenti del Comune impegnati in questo compito erano due, ma questo non ha impedito il formarsi di code in entrambe le direzioni, con qualche lamentela da parte dei cittadini.
«Non sarebbe stato più comodo dividere i punti di consegna del documento e di ritiro dello stesso?» ha chiesto qualcuno, mentre non è mancato chi ha fatto domande sulla legalità della richiesta del documento. Legalità confermata in realtà dalla presenza dell’informativa sul trattamento dei dati personali (in italiano e in inglese) affissa proprio all’ingresso carraio. «I dati personali - si legge - verranno trattati dal Comune di Como al fine di avere monitorati gli accessi al palazzo municipale e l’ubicazione dei visitatori in caso di eventuale evacuazione». Anche l’ubicazione dei cittadini all’interno del palazzo è un elemento di interesse per l’amministrazione, come si legge, tanto che ai cittadini in portineria vengono chieste anche le ragioni della visita. A innervosire però chi ieri cercava di accedere a Palazzo Cernezzi o di uscirne sono stati soprattutto i tempi. Questione di qualche minuto in più del solito, ma si tratta di minuti preziosi per chi deve recarsi in Comune chiedendo permessi dal lavoro.
Come funziona in altri Comuni
A Varese anche i turisti entrano in Comune per curiosare nelle sale storiche
Insomma, ci vorrà un po’ perché i cittadini si abituino alla novità, anche perché l’accesso in passato è sempre stato libero da controlli, come tuttora è per le sedi di altri Comuni lombardi capoluoghi di provincia. A Lecco, i cittadini entrano ed escono liberamente dalla sede in piazza Diaz per poter accedere agli uffici, lo stesso accade anche a Bergamo e Monza. A Varese il Comune ha sede a Palazzo Estense che, come Palazzo Cernezzi, è un punto di interesse anche per i turisti che, passeggiando per la città, possono entrare e curiosare nei corridoi e nella sala dei matrimoni, come racconta chi lavora in via Luigi Sacco.
Diverso il caso di Brescia che, per ragioni di sicurezza, da anni ha introdotto una modalità di accesso simile a quella praticata ora a Palazzo Cernezzi.
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