Dopo il voto, l’analisi del Pd: «Schlein una leader adesso la sinistra non si nasconde più»

L’intervista Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati. Alle primarie è stata la responsabile delle iniziative politiche di Elly Schlein

La crescita sul territorio c’è stata, ma non è ancora sufficiente. La Lega incalza, con un solo punto percentuale di differenza, e le resistenze di un territorio storicamente spostato a destra si fanno sentire. Chiara Braga, deputata comasca e capogruppo del Partito democratico alla Camera, ma soprattutto fedelissima di Elly Schlein dalla prima ora, in questi giorni ha seguito l’evolversi della posizione del Pd sullo scenario politico al fianco della segretaria, Con Schlein ha seguito lo spoglio dei seggi, nel weekend delle Europee, e con lei era anche ieri, quando la segretaria e il partito hanno ricordato i quarant’anni dalla morte di Enrico Berlinguer.

Parlando di Berlinguer, Schlein ha detto che si può essere popolari senza essere populisti e ha detto che per lui la politica richiedeva dedizione totale, mai interesse personale. È un quadro che si addice anche al modo di fare politica della segretaria del Pd?

Nonostante ci sia un solco generazionale molto importante tra i due (lei non era nemmeno nata, quando lui è morto), le radici dell’impronta che è stata data al Pd con la guida di Elly Schlein hanno molto a che fare con questo obiettivo di ritornare a essere una forza popolare e riconoscibile per le battaglie che si fanno sul fronte sociale.

Su un territorio come quello comasco, l’obiettivo è raggiungibile?

Abbiamo ancora molto da fare in provincia di Como. La distribuzione territoriale del voto ci dice che c’è bisogno di moltiplicare gli sforzi per tornare a essere sentiti come forza presente sul territorio.

Ci sono temi che possono avvicinare di più il Pd di Elly Schlein ai comaschi?

In realtà, se penso alla campagna elettorale di queste europee, abbiamo trattato temi come la sanità pubblica e il lavoro dignitoso che parlano anche alle persone del nostro territorio. Sono i temi della quotidianità, della concretezza, quelli su cui si vede di più il fallimento della politica di destra. Il tema della sanità pubblica, impoverita e indebolita tanto a Roma quanto in Lombardia dalla destra, è diventato un tema di preoccupazione reale per le famiglie del territorio lariano.

Alla luce dei risultati del voto, la contrapposizione tra Meloni e Schlein è netta. È una posizione che mette a disagio la segretaria del Pd, che sembra poco incline alla personalizzazione in politica?

Per come ho conosciuto Elly Schlein, la personalizzazione non le interessa. Sicuramente la sua leadership è molto forte e riconoscibile, ma lei mette tutto questo al servizio del partito. Quello che caratterizza il suo impegno è un grande lavoro collettivo, che dalla segretaria nazionale va agli iscritti e ai militanti sui territori. Certamente questa contrapposizione così netta tra la presidente del consiglio e la leader del principale partito di opposizione semplifica il quadro e rende più leggibile la contrapposizione tra le due proposte politiche.

Ma questa scelta di non accentrare su di sé l’attenzione non rischia di indebolirla a lungo termine?

Non credo, perché si capisce che dietro l’immagine della presidente del consiglio non ci sono le risposte che i cittadini si aspettano e questa immagine alla fine rischia di essere molto deludente. Dietro la figura di Schlein invece c’è un progetto e una visione di comunità.

Nel Comasco però figure identificative di un partito, come è stato per Salvini, hanno da sempre grande presa. I risultati che ancora oggi ha avuto la Lega qui, grazie anche al traino di Vannacci, lo dimostrano.

Per quanto Elly Schlein abbia fatto in primissima persona una campagna straordinaria, non ha un potere salvifico in sé, ma ha rimesso in circolo e riattivato tante nuove energie. Poi Salvini e la destra sono molto bravi a cavalcare le paure e il risentimento che c’è sul nostro territorio, dove ci si sente impoveriti, più esposti ai pericoli e alle fragilità. Noi ci proponiamo per proporre delle soluzioni, non solo per evocare questi problemi.

Secondo alcuni, il linguaggio di Schlein è troppo distante dai cittadini. È così?

Quella di Elly Schlein è una politica che parla di cose concrete, con un tono percepito semplice ma non semplicista. Non rifugge cioè dalla complessità della soluzione dei problemi. È stata spesso criticata perché raccontata come lontana, invece l’affetto che ha trovato nelle piazze è la dimostrazione che è riuscita a ricostruire una maggiore connessione con le persone.

Il Pd ora è giudicato più a sinistra, rispetto al passato. Troppo per un territorio come quello comasco, da sempre propenso ad altri schieramenti politici?

C’è un bisogno di risposte di sinistra anche nel nostro territorio. Questo vuol dire occuparsi delle fragilità, della sanità, del lavoro, della possibilità di costruire uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale oltre che economico. La sinistra però non deve avere paura di palesarsi con la nettezza dei suoi messaggi: non abbiamo bisogno di camuffarci, ma anzi dobbiamo misurarci con domande che ci sono e hanno bisogno di risposte orientate a temi cari alla sinistra, come la lotta alla disuguaglianza.

Anche a Como?

Questo è un tema vero. Bisogna guardare a fondo questo territorio, che pur con tanti punti di forza presenta anche numerose disuguaglianze cui in anni di governo la destra non ha dato risposte. Ecco perché noi dobbiamo trovare una voce qui.

Può servire qualcuno che sappia incarnare sia i valori del centrosinistra che i valori più cari a questi territori?

I valori della laboriosità e del giusto spirito imprenditoriale si devono sempre legare all’attenzione alle situazioni di fragilità e debolezza: non si può puntare solo sulle cose che funzionano, bisogna saper guardare a fondo nella società comasca, nelle sue contraddizioni e fragilità.

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