Quei conflitti d’interesse nel crac milionario: perizia sui conti contestati

Tribunale Sul fallimento Olmetto indagine sui danni. Giallo della casa a New York mistero sull’acquirente

Il Tribunale di Como ha deciso di affidarsi a un perito per verificare se, sul fallimento della Olmetto, storica azienda tessile travolta da un dissesto datato ormai 9 anni fa, l’allora curatore ha commesso irregolarità e se queste hanno causato dei danni.

I dubbi sul lavoro del professionista nominato all’epoca, il commercialista comasco Giuseppe Fasana, sono emersi dopo che lo stesso, poco più di un anno fa, è stato sospeso dal giudice delle indagini preliminari dal ruolo di curatore per un anno. Tutte le pratiche che seguiva, per questo motivo, sono state redistribuite ad altri curatori. In particolare l’intero fascicolo sulla Olmetto è stato assegnato al commercialista Danilo D’Amico che, nel suo lavoro, ha riscontrato una serie di possibili irregolarità che hanno causato una vera e propria bufera. Da qui la decisione del Tribunale di affidare una perizia a un esperto affinché «verifichi la regolarità tecnico-contabile del rendiconto presentato da Giuseppe Fasana» e «dica se alle irregolarità riscontrate siano riconducibili danni».

Fin qui la fredda cronaca. Il fatto è che l’atto firmato dalla presidente del Tribunale, Paola Parlati, presenta due aspetti che hanno suscitato qualche perplessità. Il primo: la decisione di rivedersi in aula, per valutare il lavoro del perito, nel giugno dell’anno prossimo. Ovvero tra la bellezza di 11 mesi. Il secondo: l’esperto chiamato a svolgere la perizia è il commercialista milanese Alessandro Danovi, professionista molto stimato con un enorme ma. Lo stesso Danovi è uno dei nuovi curatori di uno dei tanti fascicoli portati via al dottor Fasana. Di più: è il curatore di una delle procedure più delicate, quelle sul fallimento Maspero, sfociata con un procedimento penale a carico proprio del commercialista Fasana accusato di turbativa d’asta. In sostanza il perito del caso Olmetto è lo stesso professionista chiamato a verificare il lavoro del professionista comasco anche nella vicenda Maspero. Una scelta, dunque, ritenuta da molti quantomeno inopportuna.

Nel frattempo dagli ultimi atti della procedura sul rendiconto della Olmetto e sulle asserite irregolarità, è recentemente emersa una circostanza che riguarda le sorti della casa di New York di proprietà della società fallita e venduta, ampiamente al ribasso, dal curatore Fasana a una società fiduciaria statunitense. In questa procedura è emerso il giallo sull’identità dell’effettivo acquirente. Mistero che resta e che si infittisce vieppiù, dopo che lo stesso ex curatore ha precisato che il beneficiario della vendita dell’appartamento (che si trova a Manhattan, a un isolato da Central Park, in una delle zone più costose al mondo per il mercato immobiliare) è la sorella del legale che lo stesso fallimento Olmetto aveva nominato per curare gli interessi dei creditori nella vendita dello stesso appartamento. Tradotto: l’avvocato che avrebbe dovuto prodigarsi per aiutare il curatore a far ottenere al fallimento il guadagno migliore dalla vendita del lussuoso appartamento è il fratello dell’acquirente dello stesso. Un clamoroso conflitto d’interessi, scoperto solo ora.

Ma la verità è che la vendita dell’appartamento, avvenuto senza alcuna perizia, senza alcuna procedura competitiva, a un prezzo abbondantemente inferiore a quello di vendita stabilito dal curatore a una società fiduciaria dietro la quale si scopre esserci la sorella dell’avvocato del fallimento, non si sa a chi effettivamente sia andato. Perché il reale proprietario è nascosto dietro lo schermo della segretezza. Altra curiosa singolarità, in una procedura piena zeppa di stranezze e di apparenti conflitti d’interesse.

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