Coronavirus, bonus agli autonomi
Migliaia di domande e ora soldi in banca

Da Confartigianato e Cna 2.332 istanze - Abi-Regione, ok per anticipare la cassa integrazione - Nell’arredo 82 accordi sindacali: soldi dalle aziende

Sta arrivando in queste ore sui conti correnti dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti il bonus da 600 euro previsto dal decreto “Cura Italia”. L’Inps ha comunicato che sono pervenute finora per il mese di marzo più di 1,8 milioni di domande a livello nazionale, che riguardano per l’11% i professionisti, per il 67% gli autonomi e per il 22% i lavoratori agricoli.

A livello provinciale, sono disponibili i dati delle richieste elaborate dalle organizzazioni degli artigiani. La Cna del Lario ha curato la presentazione di 1.246 domande di autonomi, mentre la Confartigianato di Como ne ha inviate 1.086.

L’indennità una tantum, che non concorre alla formazione del reddito, è a sostegno di lavoratori che stanno risentendo della crisi dovuta all’emergenza epidemiologica e può essere richiesta fino alla fine del mese di aprile, tramite la cassa previdenziale di riferimento o le organizzazioni di categoria. Per gli artigiani è indifferente il settore di riferimento, ma il bonus non può essere richiesto se si percepisce una pensione.

La domanda dovrebbe essere valida anche per il mese di aprile, quando l’indennità sarà forse elevata ad 800 euro, ma indicazioni più precise arriveranno da un successivo decreto.

Intesa regionale

Sul fronte del lavoro dipendente, invece, il comitato esecutivo dell’Abi ha approvato ieri l’accordo tra la commissione regionale Abi Lombardia, la Regione Lombardia e le parti sociali per l’anticipo della cassa integrazione, anche in deroga. L’intesa regionale si inserisce all’interno della convenzione nazionale in tema di anticipazione sociale, sottoscritta dall’Abi con il ministero del Lavoro, e prevede un rafforzamento degli interventi di anticipazione attraverso l’istituzione di un Fondo di garanzia dei debiti relativi alle anticipazioni, che consente l’attivazione tempestiva di interventi per supportare la disponibilità del reddito dei lavoratori. L’anticipazione da parte degli istituti di credito avviene quando non è la stessa azienda a garantire i versamenti ai dipendenti, in attesa dei pagamenti dell’Inps.

Come spiega la segreteria della Uil del Lario, ogni giorno arrivano al sindacato territoriale tra le venti e le trenta nuove richieste di accordi sindacali per la cassa integrazione, portando il totale delle domande in provincia oltre quota 1.500.

Per quanto riguarda il solo settore del legno e arredo, come evidenziato da un comunicato della Filca Cisl dei Laghi, nel distretto della Brianza comasca sono stati sottoscritti 95 accordi di cassa integrazione, per una tutela complessiva di circa 2.463 addetti del settore. «Nel 90% di questi accordi – precisa il sindacato - siamo riusciti, attraverso una trattativa serrata, a far riconoscere alle aziende l’anticipo di cassa integrazione. Grazie a questo riconoscimento – prosegue la Filca - i lavoratori possono percepire lo stipendio, seppur ridotto, alle normali scadenze retributive, senza dover aspettare i tempi di pagamento diretto dell’Inps che non sono mai certi».

Peraltro, in 82 accordi, tra quelli sottoscritti, grazie ad un confronto costruttivo avvenuto con le aziende, il sindacato è riuscito ad ottenere anche la garanzia della maturazione dei ratei di ferie, tredicesima e Tfr. «Grazie al lavoro svolto – conclude il sindacato - siamo riusciti a limitare i danni economici dei lavoratori, in questo periodo complicato e difficile della nostra storia».

Fondo bilaterale artigianato

Per le imprese artigiane, infine, a tutela dei redditi dei dipendenti, sono stati siglati numerosi accordi per l’intervento del Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato. L’Fsba viene utilizzato in sostituzione della cassa integrazione ed è alimentato attraverso la contribuzione delle aziende e dei lavoratori e grazie a stanziamenti pubblici.

Come evidenzia Confartigianato Como, nella nostra provincia dall’inizio dell’emergenza sono state effettuate 2.104 domande per l’intervento del fondo, a favore di 8.625 lavoratori dipendenti. Nel Lecchese le richieste sono state 1.250 per 5.005 dipendenti, mentre a livello regionale l’Fsba interverrà per più di 26mila aziende e 105mila operatori, pari ad un quinto del totale nazionale.

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