Coronavirus, l’epidemia corre
E negli ospedali si ritorna in trincea

Ieri 34 i contagi nel Comasco, oltre la metà ha meno di 50 anni - Aumentano i ricoveri al Sant’Anna e negli altri presidi - E da giugno si sono registrati 35 decessi in più

La pandemia corre, salgono contagi e ricoveri e la sanità si prepara all’urto della possibile seconda ondata. Anche se forse abbiamo creduto troppo presto di essere usciti dalla prima: da giugno - quando ci illudevamo di essere fuori dal tunnel - i morti comaschi sono stati 35.

In provincia i nuovi contagi restano stabilmente alti, ieri erano 34, tra luglio e settembre erano poche unità. Più della metà, 19, hanno meno di 50 anni e sette ne hanno meno di 25. Dunque ci sono più giovani contagiati rispetto agli anziani over 65.

La mole di tamponi eseguiti sul territorio lombardo è da giorni imponente, 22.910, venerdì erano addirittura 25.623. I contagi sono 1140, raddoppiati rispetto alla settimana scorsa. Malissimo Milano, 587 positivi, Monza, 113, Varese, 90, seguono Pavia con 40 e Bergamo con 36. Quel che più spaventa è il progressivo aumento dei pazienti ricoverati.

È il dato chiave secondo i virologi e gli epidemiologi, più importante rispetto al contagio. Ieri gli ospedali lombardi hanno accolto 67 nuovi pazienti Covid, 66 anni l’età media. Certo con 30 dimissioni, quindi la bilancia segna 37 ricoverati. Ma la tendenza cresce e cresce anche a Como. Ieri ci sono stati altri tre nuovi ricoveri al Sant’Anna. Questo dopo che il 23 settembre il reparto di malattie infettive aveva di nuovo riempito i suoi 15 letti. Dunque i casi lievi sono stati trasferiti nella riaperta ala del presidio di Mariano, con un massimo di 27 posti. A venerdì i ricoverati in Sant’Anna erano 14, altri 6 a Mariano.

Il Sant’Anna si è dotato di una nuova tensostruttura per l’accoglienza dei parenti al pronto soccorso, una mossa fatta anche in vista del picco influenzale atteso da dicembre. In più l’area per i Covid lievi in Napoleona resta in stand-by. Occorre ricordare che il Sant’Anna è l’unico hub per la cura del Covid della nostra provincia, qui per ora afferiscono i positivi del Valduce e di villa Aprica. Invece da agosto i casi che hanno bisogno di terapia intensiva vengono trasferiti all’ospedale Sacco di Milano. Il Sacco ieri ha registrato 11 ricoveri ordinari da Covid e conta nove persone in intensiva. I ricoverati sul totale regionale sono 408 e quelli in intensiva 44, di questi più della metà sono intubati e hanno in media 60 anni. Nel frattempo dal San Martino in questi giorni sono partiti dei camion pieni di bancali con dispositivi di protezione, mascherine e tute destinate ai medici di famiglia e agli ambulatori.

Si attende intanto l’avvio della sperimentazione dei test rapidi dell’antigene, in pochi minuti con una affidabilità non perfetta dicono se nel corpo c’è o meno il virus e se serve quindi la controprova del tampone tradizionale. Saranno usati a partire dalle Rsa e dalle scuole, si capirà settimana prossima esattamente dove e in che misura.

Il contagio provinciale come detto è di recente più marcato, ma è frammentato tra i Comuni: 4 casi a Como, 2 a Cantù, 1 a Mariano come ad Arosio e Inverigo. L’individuazione dei nuovi casi arriva in buona parte della scuola, ma la trasmissione della malattia avviene secondo i medici in ambienti extrascolastici. Sotto osservazione movida, feste private, riunioni familiari e sport di squadra. E poi c’è la triste conta dei morti che nonostante l’estate relativamente tranquilla in realtà non si è mai fermata. Erano 604 i comaschi deceduti per il Covid il 1 giugno e dopo quattro mesi sono 639, quindi 35 in più.

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