Corsi di recupero, che beffa. La scuola può non organizzarli

Superiori Previsti per aiutare gli studenti con gravi insufficienze. «Ma se non ci sono abbastanza partecipanti non vengono attivati»

«Tutti dovrebbero avere il diritto di poter frequentare un corso di recupero organizzato dalla scuola a fronte del debito in una materia, io penso che dovrebbero partire anche se ci fosse un solo ragazzo a frequentarlo». Con queste parole la mamma di un liceale del Ciceri esprime il proprio rammarico per il mancato avvio del corso di recupero di matematica, per la cui materia il figlio ha preso una grave insufficienza a fine anno. Il ragazzo sta già facendo lezioni private, ma avrebbe anche preso parte al corso organizzato dall’istituto. Corso che, in realtà, non è partito per via del mancato raggiungimento del numero minimo di partecipanti.

La denuncia

«Non so quanti siano i ragazzi che effettivamente hanno preso il debito – spiega la mamma – ma sicuramente ce ne sono altri. Noi avevamo dato l’adesione, ma poi ci è stato detto pochi giorni prima che non sarebbe partito perché non c’erano abbastanza iscritti. Ma se un ragazzo ha il 4 in matematica, come fa a fare il recupero individuale? Nella lettera ricevuta, tra l’altro, c’era l’indicazione di partecipare perché se ne sarebbe tenuto conto all’esame di settembre». Altri corsi sono partiti al Ciceri, soprattutto per quanto riguarda le classi prime con buone adesioni, ma è il preside Vincenzo Iaia a spiegare perché in alcuni casi non è andata così. «Il collegio docenti delibera i criteri per le modalità di organizzazione e gestione dei corsi – chiarisce -. Visto che negli anni passati alcuni dei corsi che partivano risultavano deserti, da un paio d’anni chiediamo prima alle famiglie se c’è l’intenzione di partecipare o meno. Il ministero soldi non ce ne dà, bisogna gestire tutto attraverso i fondi dei contributi volontari delle famiglie, si cerca dunque di essere il più possibile attenti. Abbiamo stabilito un tetto minimo di dieci alunni che in questo caso non sarebbe stato raggiunto, per meno ragazzi è difficile avviare un corso. Qualcuno può non ritenere giusto che non si facciano, ma il tutto viene fatto sulla base dei criteri del collegio docenti».

Nessun obbligo

Come chiarisce anche il provveditorato, per la scuola non c’è l’obbligo di far partire il corso e molto dipende anche dal tipo di insufficienza data ai ragazzi; se si tratta di una lacuna non sanabile individualmente, allora è opportuno far partire il corso. Se invece si indicano delle lacune diverse e il corso non è imprescindibile per il recupero, allora dipende dalle iscrizioni e dalle adesioni. La decisione, comunque, sarebbe in capo a ciascun istituto.

Non sembrano esserci stati problemi di questo genere nelle altre scuole comasche, come confermano i rispettivi presidi: partiti e quasi conclusi i corsi di recupero al Volta con alta affluenza, così come al Setificio e al Giovio, dove il tetto minino è di cinque studenti partecipanti. Adesioni intorno all’80% alla Magistri per matematica, fisica, chimica e inglese, dove i corsi sono partiti il 17 giugno e termineranno sabato.

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