Covid e vaccini ai più giovani
Soltanto sei su 10 hanno prenotato

Sono troppo pochi gli adolescenti che hanno già richiesto la somministrazione del siero. Su 45mila ragazzi la prima dose è stata inoculata soltanto a 3.600 - Il primario di pediatria del Sant’Anna: «Proteggetevi»

La campagna vaccinale corre, ma c’è preoccupazione per l’adesione non all’altezza delle aspettative tra i più giovani, in particolare nella fascia tra i 12 e i 19 anni.

A Como, dati dell’Istat alla mano, sono 45.474 i giovani in questa fascia d’età interessati dalla vaccinazione anti Covid. L’8% di loro, 3.637 ragazzi e ragazze, hanno già fatto la prima dose nei grandi hub di Villa Erba e Lariofiere. Altri 22.635 hanno prenotato un appuntamento tra ieri e la metà di luglio. Dunque restano più di 19mila giovani ancora fuori dalla campagna vaccinale, il 43% del totale. L’adesione, prenotati più vaccinati, è al 57% ed è comunque più alta della media lombarda di qualche punto percentuale. Ma la Regione reputa l’obbiettivo della fascia tra i 12 e i 19 anni ancora troppo lontano e dunque sta studiando soluzioni ad hoc per chiamare a raccolta i giovani. Non dei vax day, esperienze fuorvianti e perfino rischiose sperimentate altrove, ma un blocco di appuntamenti aggiuntivi per questa fascia da inserire tra il 19 luglio e il 5 agosto. Così da far cadere i richiami, in tutta comodità dopo le vacanze e prima della ripresa delle scuole, all’inizio di settembre.

È vero che per la fascia d’età che va dai 12 ai 29 anni le prenotazioni (prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it) sono state le ultime in ordine di tempo ad aprire. Però dal 2 giugno, giorno da cui è possibile prendere un appuntamento, di tempo per prenotarsi ce n’è stato.

Buona parte della responsabilità è delle famiglie. Tra i 12 e i 17 anni minori devono presentarsi insieme a mamma o papà negli hub muniti del consenso sottoscritto da un genitore che dichiari il benestare anche dell’altro genitore. La firma deve avvenire davanti al medico vaccinatore. Senza l’ok dei genitori insomma niente vaccino.

La vice presidente della Regione Letizia Moratti ha fatto appello alle mamme lavoratrici, da un anno e mezzo in difficoltà per colpa della didattica a distanza e delle quarantene scolastiche. Resta comunque da raggiungere un’immunità diffusa per sconfiggere il Covid e per riuscirci serve anche l’aiuto dei più giovani.

«Più si amplia il numero delle persone vaccinate minore è la possibilità che il virus circoli – spiega Angelo Selicorni, il primario della Pediatria dell’Asst Lariana – In vista del prossimo autunno questo permetterà a tutti giovani compresi di godere di maggiori libertà nelle attività sociali, sportive e scolastiche. Infine il vaccino mette al sicuro gli adolescenti dal contagio e da pur rare e oggettivamente poco probabili sindromi Covid correlate».Quanto alla vaccinazione dei minori l’unico vaccino autorizzato ad oggi sotto ai 16 anni è Pfizer, si evitano così i dubbi e i timori evocati da AstraZeneca.

«Sono sicura che anche i miei compagni risponderanno all’appello – dice Margherita Balestrini, subito dopo aver fatto la maturità al Volta – tanti magari hanno atteso prima di finire esami e scrutini. Ma ci siamo anche noi. Io ci credo con forza, dobbiamo uscirne tutti insieme».

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