Croce Rossa, Fois a processo: «Ha fatto sparire 110mila euro»

L’udienza L’ex presidente rinviato a giudizio: in aula tra meno di un mese. Patteggia un anno e mezzo l’ex responsabile amministrativo Belotti

Si aprirà a metà marzo il processo contro l’ex presidente - e prima commissario - del Comitato di Como di Croce Rossa, Matteo Fois. Il giudice delle udienze preliminari, ieri mattina, lo ha infatti rinviato a giudizio accogliendo la richiesta della Procura. Per contro la difesa aveva giocato la carta del diritto, per convincere il giudice a derubricare l’accusa da peculato (ovvero l’appropriazione indebita o il furto commesso da un pubblico ufficiale, reato punito da 4 a dieci anni e mezzo di carcere) ad appropriazione indebita (che ha pene fino a un massimo di tre anni). L’accusa è rimasta quella più grave.

Le accuse

La vicenda è nota, soprattutto ai lettori de La Provincia. Proprio un’inchiesta giornalistica del nostro giornale su una serie di spese folli autorizzate dall’allora responsabile del Comitato di Como di Croce Rossa, aveva spinto la Procura ad aprire un’indagine. Fois è stato rinviato a giudizio per aver sottratto all’associazione poco più di 100mila euro: indebitamente intascando le differenze tra i rimborsi spese richiesti a suo nome ad Areu e i soldi materialmente riconosciuti dall’Agenzia regionale; riconoscendosi oltre 25mila euro in due anni di rimborsi per viaggi effettuati con la propria auto e spese varie, senza però presentare pezze giustificative; pagando più del prezzo dovuto due mezzi per la Croce Rossa e, con la differenza, approfittando di un maxi sconto sull’acquisto di una Renault Clio e un’Audi A1 per sé e famiglia; intestando a sé due mezzi donati alla Croce Rossa dai vigili del fuoco, per poi rivenderli per 13mila euro uno e 6mila euro l’altro alla società Fratelli Bega costruzioni, la stessa che aveva ricevuto l’incarico per i lavori di costruzione della sede di San Fedele Intelvi (il cui costo, con quella di Lipomo, ha causato un’emorragia che ha messo in ginocchio i conti dell’associazione).

La Croce Rossa nazionale si è costituita parte civile, ieri, contro lo stesso Fois e contro l’ex responsabile amministrativo del Comitato di Como Riccardo Belotti. Quest’ultimo, accusato di un peculato di poco superiore agli 8mila euro per essersi appropriato di denaro attraverso l’utilizzo di una carta di credito dell’associazione, ha scelto la strada del patteggiamento: un anno e mezzo di reclusione (con beneficio della condizionale) la pena finale.

Verso il processo

Tornando a Fois, l’ex presidente e commissario straordinario si giocherà in dibattimento le carte per uscire assolto da una vicenda che ha rischiato di far scomparire lo storico Comitato di via Italia Libera.

Uno dei nodi principali che sarà affrontato nel processo che si aprirà tra meno di un mese (un vero record, visto che a oggi le udienze vengono fissate a oltre un anno di distanza) riguarderà proprio il reato contestato. Il difensore di Fois, l’avvocato Mario Botta, ha infatti depositato un paio di sentenze in cui i presidenti di Comitati della Croce Rossa non sono stati ritenuti pubblici ufficiali. Se così fosse l’accusa di peculato cadrebbe, e sulla base della prescrizione da un lato e di questioni tecniche sulla formalizzazione delle denunce dall’altra potrebbe portare al proscioglimento di Fois.

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