Il governo propone regole per limitare le recensioni online (false e comprate). Gli operatori comaschi: «Molto dannose»

La novità Se la proposta passerà il vaglio di Camera e Senato, l’utente dovrà provare la propria identità e potrà scrivere il proprio giudizio entro 15 giorni. Leoni (Federalberghi): «Eliminiamo le dieci peggiori e le venti migliori»

Il fioretto del nuovo anno per il turismo italiano, e di riflesso anche per quello comasco, è un controllo più rigido sulle recensioni online di ristoranti e alberghi.

Le associazioni di categoria del settore chiedono da tempo regole più stringenti contro le recensioni false e quelle comprate («Come Federalberghi Como ci siamo rivolti al ministro già l’anno scorso» spiega Andrea Camesasca, vicepresidente locale dell’associazione albergatori di Confcommercio) e il governo, nel 2025, ha promesso di farle arrivare.

Le regole proposte

Il piano per realizzare questo obiettivo è contenuto nella proposta di legge annuale sulle piccole e medie imprese che, questa settimana, il governo ha iniziato a discutere e che poi passerà a Camera e Senato. La proposta prevede l’obbligo per chi inserisce recensioni sulle piattaforme online di dimostrare la propria identità e di aver effettivamente usufruito del servizio su cui esprime un giudizio. Non solo, secondo quanto emerso finora la recensione dovrà essere pubblicata entro 15 giorni dal soggiorno. Queste, almeno in una fase iniziale, le proposte, ma l’iter di approvazione del regolamento è ancora lungo.

«Come Federalberghi Lombardia abbiamo rilevato che le recensioni da 8,7 in su incidono sulle tariffe di un albergo fino al 20%. Contano molto.» spiega il presidente comasco, Luca Leoni. «L’ideale per noi sarebbe un livellamento, con l’eliminazione delle 10 recensioni peggiori e delle 20 migliori. Questo perché gli errori possono verificarsi da entrambe le parti. Mi è capitato, per esempio, di ricevere una recensione particolarmente negativa, con tanto di fotografie del terribile bagno, in cui non avrei mai messo piede io stesso, ma erano foto di un hotel che non era il mio. Ci ho messo due mesi per farla togliere e ha fatto molta pubblicità negativa».

Nel mirino del piano governativo però, più che gli errori involontari, ci sono le recensioni negative false - e non mancano le denunce per diffamazione anche sul nostro territorio come evidenzia il presidente di Confcommercio Giovanni Ciceri - ma anche quelle positive false, che costituiscono ormai una sorta di “economia parallela” più volte oggetto di indagine anche da parte dell’Antitrust. Nel ddl infatti si fa riferimento al «divieto di acquisto e cessione a qualsiasi titolo, anche tra imprenditori e intermediari, di recensioni, apprezzamenti o interazioni, indipendentemente dalla loro successiva diffusione».

«Critiche offensive? Un reato»

Se le regole ipotizzate venissero approvate, questo segnerebbe un cambio di passo significativo per un territorio, come quello comasco, che sulla narrazione delle proprie strutture di accoglienza ha costruito una fama ormai globale. La stretta sulle recensioni potrebbe significare, infatti, anche meno recensioni tout court. «Ma sui ristoranti comanda ancora la guida Michelin - sottolinea il presidente di Confcommercio, Ciceri - E poi, ormai, contano più i social delle recensioni. Anche perché commentare un piatto è difficile e poco oggettivo».

Certo è che serve più responsabilità, secondo gli operatori: «Le recensioni fasulle o superficiali fanno molto male alle attività, soprattutto quando fatte senza competenze su ciò che si sta valutando e danneggiano il turismo locale- evidenzia Camesasca - Benissimo la libertà di criticare, ma serve anche distinguere la critica dall’offesa e l’offesa erga omnes è un reato».

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