Dalla pasta all’olio di semi
Limite agli acquisti nei supermercati

Scatta il divieto di comprare troppi prodotti dopo la corsa a fare scorte dei generi più “a rischio” - Anche i grossisti iniziano ad avere problemi per gli ordini

Scatta un tetto agli acquisti di pasta e olio di girasole. Ieri mattina hanno fatto la loro comparsa nuovi cartelli e indicazioni nelle corsie di alcuni alimentari, in particolare nei supermercati discount. In sostanza ai clienti si chiede di comprare una quantità massima di alcuni prodotti, per non svuotare subito gli scaffali. Per esempio pasta, panificati, ma anche olio di semi di girasole.

Eurospin e Lidl spiegano di avere in effetti ricevuto queste direttive, per calmierare la vendita di una rosa ristretta di prodotti. Pochi pezzi per ogni scontrino. Un provvedimento che probabilmente è la conseguenza dell’aumento delle vendite di alcuni generi alimentari in diversi supermercati della città, dall’Esselunga al Carrefour a Leader Price. In generale, come già era avvenuto all’inizio della pandemia, la crisi in Ucraina e la salita dei prezzi stanno portando i comaschi a fare più scorte. I carrelli sfilano pieni di pasta, farina e pane, per riempire le dispense prima che il prezzo del grano esploda. Sebbene già a inizio anno, per il caro energia, molte filiere abbiamo ritoccato i listini. Purtroppo, al netto della possibile psicosi di una parte della popolazione, i problemi hanno un fondamento. Alcuni direttori di supermercato, dalla Coop all’Iperal, spiegano che sono già scattate per loro delle limitazioni sugli ordini. Possono acquistare solo un numero ridotto di colli per esempio di farina, dunque sono immaginabili rincari sui derivati, di nuovo pasta e pane. Il motivo è che all’ingrosso iniziano a scarseggiare le prime forniture.

La crisi investe soprattutto il settore dell’olio di semi. In particolare l’olio di semi di girasole per via delle grandi produzioni ormai bloccate dall’Est, dall’Ucraina e dai Paesi vicini. Le ripercussioni possono diventare davvero gravi. L’Associazione italiana dell’industria olearia avverte che entro fine marzo le scorte di estratto di olio di girasole potrebbero azzerarsi. Con quest’olio si preparano conserve, biscotti, sottolio, condimenti, sughi, fritture. Secondo Coldiretti il 60% della produzione mondiale di girasole dipende da Russia e Ucraina. A breve gli aumenti saranno quindi estesi. Anche il settore della ristorazione fa largo uso di olio di semi. Gli allevamenti per i mangimi sono agganciati al prezzo del grano.

Oltre alla guerra in corso anche il caro benzina e gli scioperi degli autotrasportatori e dei pescherecci stanno mettendo in crisi il settore degli alimentari.

Se già alcuni comaschi sono corsi a fare rifornimenti visti gli scenari di guerra lo stesso meccanismo inizia a manifestarsi anche tra i grossisti. Sempre i direttori dei supermercati raccontano infatti di temere accaparramenti di determinati prodotti da parte del mercato all’ingrosso. Con rivendite poi speculative e prezzi al rialzo. Per cui già da giorni stanno comprando più quantitativi di farina e olio di girasole. Secondo FederCosumatori Como una famiglia composta da tre persone quest’anno spenderà in media 2.350 euro in più tra caro bollette, benzina e alimentari.

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