Cronaca / Como città
Lunedì 10 Febbraio 2025
Dall’Ucraina al Volta: «Grazie prof»
La storia Partita dall’Ucraina nel 2022 frequenta da tre anni il Volta: «Ma ora ho grossi problemi con il permesso di soggiorno»
La scuola superiore non è un affare semplice per chi a quattordici anni si trova catapultato nei corridoi di un mondo nuovo, ma lo è ancor meno se quel mondo è a 2.500 chilometri di distanza da casa. È la storia di Sofja Zhurenko che nel 2022 è fuggita dall’Ucraina, dove viveva, a Zaporizhzhia, con cinque treni diversi, a un mese dall’inizio dell’invasione russa, per approdare in provincia di Como, dove da tre anni vive e studia.
«Non so esattamente perché siamo fuggiti proprio qui - confessa - Ma all’inizio è stato tutto... un caos». Non si stenta a crederlo, se si pensa che Sofja, oggi diciottenne, a poche settimane dallo scoppio della guerra su larga scala in Ucraina era solo una ragazzina. «In Ucraina facciamo un anno in meno di scuola, quindi io avevo già finito il ciclo di scuole medie e iniziato le superiori, che lì però funzionano in modo un po’ diverso rispetto all’Italia. Quindi quando sono arrivata non sapevo cosa fossero il liceo classico o lo scientifico».
A iscriverla al liceo Volta, che tuttora frequenta, è stata la famiglia che dal 2022 ospita Sofja, sua madre Yana e il fratello più piccolo (ora ha undici anni) Matviy. «Ho provato il liceo classico, mi piaceva più il greco del latino, ma poi mi sono spostata al liceo scientifico. Non sapevo cosa volesse dire, a me piacciono di più le materie linguistiche, ma va bene così. Sono contenta di essere in questa scuola, anche se non è stato facile all’inizio. Però sono davvero contenta di essere capitata qui perché i miei compagni di classe mi hanno accolta e aiutata».
Ma c’è una persona che più di tutte le altre occupa un posto speciale nel cuore di Sofja e che, in questi tre anni, l’ha aiutata a districarsi in un mondo stravolto dalla guerra, dalla nostalgia di casa e dalla novità. «La mia professoressa di latino e italiano, Marina Doria, è per me come una seconda mamma - racconta infatti la ragazza - Mi piace Como e tra le cose di Como che mi piacciono di più c’è lei».
L’aiuto della professoressa è stato molto prezioso per Sofja anche nell’apprendimento dell’italiano. «La prof mi ha sempre dato compiti individuali da fare a casa, per migliorare». Ecco come, in soli tre anni, la giovane di Zaporizhzhia è riuscita non solo a imparare la lingua ma anche a frequentare una scuola che richiede una competenza linguistica tutt’altro che banale.
Non solo. Come se il percorso sin qui raccontato non fosse già sufficientemente impervio, Sofja alla scuola ha unito il lavoro, in orari pomeridiani e serali. «Non è semplice tenere tutto insieme - confessa - Sembra sempre di avere pochissimo tempo. E poi con il permesso di soggiorno i problemi sono diventati ancora di più...».
Sofja infatti ha bisogno, così come la madre, del rinnovo del permesso di soggiorno per poter continuare a lavorare in Italia, ma le ultime quattro visite a vuoto fatte in Questura hanno scoraggiato entrambe. «Aspettiamo, che altro possiamo fare?».
In Ucraina Sofja è tornata solo una volta, in questi tre anni di guerra, un mese l’anno scorso, per rivedere gli amici e i cari e lenire un po’ quella nostalgia che dal 2022 la accompagna ovunque. Anche se «Como è bellissima. Un luogo che amo molto è il Duomo: mi piace andarci dopo scuola, è meraviglioso.Restare qui sarebbe bello, ma pensare all’università o al lavoro ora, con tutti i problemi che stiamo avendo con il permesso di soggiorno, è difficile. Speriamo di avere presto un rinnovo».
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