Delitto in Moldavia, nuova versione: «Una bottiglietta di grappa, poi è morto»

L’inchiesta Nell’intervista alla tv locale la compagna di Franco Bernardo respinge i sospetti. «Il medico legale ci ha chiesto se sapevamo che beveva. La famiglia non rivoleva il corpo»

«Il figlio di Franco mi incolpa perché gli ho dato da bere. Ma io sono andata a fare la doccia e uscita ho scoperto che lui ha bevuto 150 grammi di grappa con un grado alcolico del 50%». Nell’intervista rilasciata alla televisione moldava, la compagna di Franco Bernardo ha tentato in tutti i modi di allontanare il sospetto che il pensionato comasco sia stato ucciso. Ma l’autopsia il cui incarico, per rogatoria, la Procura di Como ha affidato all’anatomopatologo Giovanni Scola dice due cose, che di fatto smentiscono questa versione. Ovvero che non vi è ombra di dubbio sul fatto che il 62enne comasco sia stato strangolato e che sì, aveva bevuto la sera della morte, ma il tasso alcolico riscontrato difficilmente è compatibile con tutta quella grappa che la donna sostiene avesse bevuto, anche perché il tempo trascorso dalla morte all’autopsia ha sicuramente falsato - al rialzo - quel dato.

Quel dettaglio sull’auto

La tesi del malore, legata a un abuso di alcol, sembra caratterizzare tutta l’intervista che la donna, 55 anni, ha rilasciato a una televisione moldava.

«La bottiglia trovata in macchina, saranno 150 grammi ed era 50/60 gradi, dalla quale lui ha bevuto, l’ha sempre avuta nella portiera della macchina. L’hanno trovata sul sedile e io l’avevo visto che tornava dall’auto mentre parlava con suo figlio, la sua ultima conversazione».

«Aveva bevuto molto»

Secondo la compagna del pensionato di Tavernola, l’autopsia che si è tenuta in Moldavia darebbe risposte molto diverse da quella italiana: «Il medico legale - ha detto sempre parlando con la giornalista della tv moldava - ci ha chiesto se sapevamo che aveva problemi ai reni e noi gli abbiamo detto di sì, poi ci ha chiesto se sapevamo che beveva tanto vino rosso e, ci sono testimoni mio figlio e mia nuora, gli abbiamo detto che lo sapevamo e che anche io ne avevo bevuto. Aveva bevuto il vino rosso, lo champagne, il limoncello e poi la grappa che era in macchina». In ogni caso, le parole della donna sembrerebbero far pensare che l’indagine in Moldavia fosse destinata a essere chiusa: «Il procurare mi ha chiamato in procura per dirmi che se non fosse venuto nessuno» a reclamare il corpo «lo avrebbero sepolto qui da noi perché non sapevano dove tenerlo. Il figlio mi ha delegato e all’obitorio ho pagato io affinché lo mantenessero». E poi, poco dopo: la giornalista riferisce che la compagna del signor Bernardo ha detto che la famiglia avrebbe accettato controvoglia il rimpatrio del corpo e che solo dopo 8 giorni dalla tragedia il corpo è arrivato in Italia.

Ma di fronte alle telecamere, la 55enne ha voluto ricordare la figura del pensionato comasco: «Era un uomo veramente molto carino ma non era un uomo ricco, lui non ha avuto niente, assolutamente niente. Non abbiamo mai litigato: mi svegliavo la mattina e il caffè era gia pronto, mi alzavo per andare a fare il bagno e il letto era rifatto, io passavo l’aspirapolvere e lui dietro di me lavava il pavimento, faceva di tutto; io non ho mai visto un uomo così buono e gentile. Gli dicevo che avevo intenzione di costruire casa qui e tornare» in Moldavia «e lui chiedeva insistentemente “posso venire? Posso venire a trovarti? Quando mi inviti?’. Mi ha detto che gli piaceva stare qui perché c’era libertà di movimento e la gente è più socievole». Così avrebbe detto. Prima di morire strangolato.

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