Detriti, Como paga per tutti: «Ma non sono rifiuti nostri»

La bonifica L’assessore: «È il Comune capoluogo a farsi carico delle spese. Anche se il materiale arriva da altri paese». Si spera in un rimborso regionale

I nubifragi di inizio luglio – i più violenti tra sabato 6 e domenica 7 – hanno lasciato in eredità centinaia di tonnellate di detriti (alberi interi, rami, grossi tronchi, arbusti) provenienti da tutti i torrenti che sfociano nel lago e finiti prevalentemente nella zona dell’hangar. Il Comune di Como ha registrato, finora, circa 800 tonnellate di materiale raccolto per una spesa extra che si aggira sui 200mila euro. Palazzo Cernezzi per raccogliere la quantità enorme di rami ha utilizzato oltre al battello spazzino, che ha in comodato dall’amministrazione provinciale, anche una grossa chiatta a noleggio grazie alla quale i tronchi sono stati tolti dall’acqua con le ruspe e poi accumulati a bordo lago per essere poi trasferiti nelle aree di stoccaggio di via Stazzi e La Guzza e successivamente smaltiti.

Il personale ha lavorato per giorni con temperature molto elevate, senza contare lo sforzo fisico per spostare la chiatta tra la riva e la zona più esterna a cui va aggiunto il cattivo odore proveniente dall’acqua più simile a uno stagno che a un lago. A loro si sommano i volontari della Protezione civile che per alcuni giorni sono stati presenti giorno e notte, a titolo gratuito, in piazza Cavour per far funzionare le idrovore che hanno di fatto garantito (a parte qualche ora) la percorribilità del lungolago.

Tornando ai costi, sarà il Comune di Como a doverseli accollare (saranno stanziati con la procedura della “somma urgenza”) e poi sperare in un rimborso da parte di Regione Lombardia. I 200mila euro vengono quindi anticipati subito da Palazzo Cernezzi e poi si dovrà attendere per capire tempi e modi di recupero. Di fatto le nuove normative equiparano i rami ai rifiuti urbani e, quindi, chi li trova sul proprio territorio li deve rimuovere a prescindere dal luogo di provenienza.

«A Como – spiega l’assessore ad Ambiente e Protezione Civile Michele Cappelletti – sono state raccolte circa 800 tonnellate di materiale per un costo a carico dei contribuenti comaschi di circa 200mila euro che verrà regolarmente rendicontato. Deve però essere chiaro che di tutto il materiale smaltito a spese dei comaschi da Como non arriva praticamente nulla, se non quanto riversato in acqua dal Breggia (che proviene in realtà dal Canton Ticino, ndr), la cui foce si trova nel territorio comunale e dal Cosia. Tutto il resto arriva dagli altri Comuni del lago e viene lasciato arrivare fino al capoluogo che è di fatto l’unico a pagarne il prezzo, sia in termini economici che di impegno di personale».

I detriti sono ormai quasi stati rimossi completamente (il battello spazzino viene utilizzato tra Sant’Agostino, la diga e i due porti) ad eccezione della darsena del lungolago, che è privata. I tronchi e i detriti nei giorni scorsi hanno bloccato le corse degli aliscafi della Navigazione (troppo rischioso per eliche e motori). Ma i mezzi per avaria, a prescindere dai temporali, in quest’estate non sono certo una novità.

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