Diocesi, 250 in pellegrinaggio a Lourdes

Religione Anche gli studenti del Gallio in viaggio con il cardinale Oscar Cantoni e l’Unitalsi

È composta da 250 pellegrini - tra sacerdoti, fedeli, ammalati e studenti del collegio Gallio di Como e di un istituto superiore valtellinese - la delegazione comasca che in questi giorni ha raggiunto il santuario di Lourdes insieme al cardinale Oscar Cantoni. Il viaggio, organizzato dall’Unitalsi Lombardia, è iniziato lunedì e proseguirà fino alla fine di questa settimana e si configura come «esperienza di fraternità sotto lo sguardo materno di Maria», per utilizzare le parole pronunciate dal vescovo durante la celebrazione di apertura.

«Siamo tutti suoi figli – ha ancora aggiunto – attratti misteriosamente da lei in questo luogo santo e sperimentiamo la sua presenza, riuniti come un giorno gli apostoli impauriti, in preghiera con lei, con tenerezza di madre, nel cenacolo di Gerusalemme, in attesa dello Spirito Santo. Ci sentiamo un cuor solo e un’anima sola perché Maria ci unisce, al di là delle nostre provenienze e delle diverse esperienze di fede che viviamo».

Come sempre, il pellegrinaggio a Lourdes assume un forte valore, simbolico e non solo. «Sono tante le malattie che attraversano la nostra persona e qui non abbiamo paura nell’ammetterlo: quelle fisiche, innanzitutto, che generano sofferenza e paura, ma anche quelle spirituali, che ci ostacolano nel nostro cammino quotidiano e soprattutto ci impediscono di sentirci figli liberi e lieti, in piena confidenza di figli, come Dio ci vuole», ha riconosciuto lunedì sera il cardinale nel corso della messa nella chiesa di Santa Bernadette, dove i fedeli sono giunti al termine della preghiera lungo l’Esplanade, fino alla Grotta dell’Apparizione.

Debolezza e fragilità

«A Lourdes siamo così facilitati nel togliere ciascuno le nostre maschere, con cui spesso ci difendiamo, per presentarci diversi, mentre qui accettiamo di essere riconosciuti umilmente nella nostra vera immagine per quello che realmente siamo, deboli e fragili, ma questo non impedisce a Dio di amarci teneramente e di accoglierci nella nostra povertà».

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