Cronaca / Como città
Venerdì 06 Novembre 2020
Dogane, rischio caos
«Controlli rigorosi»
Via libera ai frontalieri, ma ci saranno verifiche. Gobbi: «Temiamo un uso improprio del permesso “G”»
Autocertificazione e permesso di lavoro “G” in bella mostra sul cruscotto delle vetture potrebbero non bastare ai frontalieri per evitare code e controlli serrati in dogana, già stamattina e, stando alle previsioni, in modo molto più marcato da lunedì.
Detto che in Canton Ticino si potrà entrare per ragioni di lavoro e di studio e ribadito che fino al 3 dicembre bisognerà dare l’addio alla spesa in Italia e al pieno di carburante in Ticino, il Governo di Bellinzona da mezzanotte ha ufficialmente alzato la soglia d’allerta ai valichi di confine. Lo ha fatto con una differenza significativa rispetto a quanto avvenuto in primavera e cioè chiamando in causa direttamente Berna. «Visti i flussi di persone che attraversano quotidianamente i nostri confini, ci siamo attivati presso il Consiglio federale (che ha competenza sulla frontiera, ndr), chiedendo misure di controllo alla frontiera, per rendere più efficace il dispositivo introdotto in Italia», afferma in una nota il presidente del Governo di Bellinzona, Norman Gobbi.
Lo stesso Gobbi spiega a “La Provincia” il perché della decisione di coinvolgere in prima persona il Governo di Berna, attraverso una dichiarazione non proprio all’insegna del “bon ton” tra vicini: «C’è il rischio concreto, per esempio, che persone in possesso di un permesso “G”, ma non più attive professionalmente, possano entrare in Svizzera per fare vietate attività in Italia». La richiesta del Canton Ticino è chiara: introdurre, in collaborazione con le autorità italiane, misure di controllo «in entrata e in uscita dal confine». Questo potrebbe comportare però rallentamenti ai valichi.
Subito una stretta
Il primo passo sarà quello di garantire «attraverso le guardie di confine una presenza fisica continuata ai valichi stradali, ferroviari e della navigazione». Bellinzona ha poi comunicato al Governo Federale la disponibilità a supportare i controlli, tramite la polizia cantonale. «Abbiano notato nelle scorse settimane persone che entravano in Ticino per andare al ristorante - ha confermato ieri pomeriggio il presidente del Consiglio di Stato -. Questo non potrà più essere tollerato». Certo, l’intervento di Berna non sarà immediato, ma è significativo il fatto che Bellinzona - alla luce anche della Lombardia diventata “zona rossa” - abbia deciso di serrare da subito i ranghi.
Sui gruppi Facebook dei frontalieri, l’incertezza regna sovrana. «Speriamo di evitare le code e le complicazioni della primavera», il commento ricorrente.
Un primo test
Quello di oggi - in ingresso e in uscita - sarà un primo banco di prova. Nel frattempo, anche le ferrovie svizzere hanno annunciato un taglio delle corse verso l’Italia. Da lunedì, lungo la linea del San Gottardo, soppressi quattro collegamenti da e per Milano e uno tra Ginevra e Milano. Per quanto riguarda il Tilo, sarà parzialmente soppressa la linea tra Varese e Malpensa.
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