Due scuole e quattro asili chiusi, lo sconcerto dei presidi: «Serve un confronto»

In città Una doccia fredda l’annuncio in un nuovo taglio comunicato dal sindaco Rapinese

Per qualcuno la futura chiusura delle scuole è stata una notizia attesa e già nell’aria, per altri si è trattato di una doccia fredda, che ha inevitabilmente scatenato la preoccupazione non solo dei diretti interessati, ma di tutti.

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«Per ora non ho molto da dire – commenta Grazia Miccolis, dell’Ic Borgovico coinvolto con la primaria Sauro e l’asilo Carluccio - Nella pec, arrivata sabato alle 13.50, il sindaco esprimeva questa volontà e c’era allegata la relazione. Noi ci siamo limitati a chiedere un incontro urgente con il provveditore di Como, Giuseppe Bonelli e ora attendiamo di essere ricevuti. Per me non era assolutamente una notizia attesa, non me lo aspettavo e fino a ora non avevamo avuto nessuna percezione, nessuna avvisaglia». Meno stupita Simona Convenga, preside dell’Ic di Prestino, dove chiuderà l’asilo. «Sono almeno due anni che questa cosa è uscita, ricordo precisamente che dopo le elezioni, già nell’autunno, si cominciò a parlare di razionalizzazione e la linea non è cambiata, ora i passi si sono concretizzati – ammette -. Era noto in tutti gli ambienti coinvolti che saremmo arrivati a queste forme di accorpamento che sono qui sintetizzati, con i dati tecnici che non sono indifferenti per la comunità, soprattutto quelli anagrafici. Bisogna coglierla come un’occasione, una sfida. I dirigenti degli istituti comprensivi sarebbero felicissimi di avere una filiera d’istruzione e per alcune scuole questo avviene. Ora però le capienze sono misurate a una vecchia norma, la differenza tra gli occupati e i posti liberi mostra la denatalità, se dobbiamo trovare un nemico è l’anagrafe».

C’è la consapevolezza, quindi, che con i numeri in discesa è difficile poter garantire l’apertura di tutti i plessi anche se, come detto, la preoccupazione non manca anche tra chi, per ora, non è direttamente coinvolto. «Di chiusure da parte del Comune si parla dall’insediamento del sindaco, a me non è arrivata nessuna comunicazione e quindi non riguarda il nostro istituto – evidenzia Giuseppina Porro, dell’Ic Como Lago -. Ritengo comunque che sia necessaria una fase di confronto per capire come fronteggiare questa situazione. Al di là che si sia più o meno coinvolti, ci deve essere un’unione di intenti, avere una rete scolastica che funzioni è nell’interesse di tutti. Tutti sapevano che prima o poi sarebbe successo, però è giusto ragionare insieme su una prospettiva, perché è la visione di una città e dei suoi servizi scolastici. C’è necessità di parlare insieme dei criteri della razionalizzazione». Anche Valentina Grohovaz, preside dell’Ic Como Centro, ammette che «si tratta di una decisione che coinvolge tutta la città. Quando saranno concluse le iscrizioni bisognerà già avere le idee chiare su dove ricollocare i bambini. Queste chiusure avranno quindi un effetto su tutte le scuole».

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