Cronaca / Como città
Martedì 29 Ottobre 2024
Duecento in un giorno al pronto soccorso: c’è chi ha aspettato dieci ore
Salute Circa la metà dell’utenza segnala problemi respiratori e stati febbrili. Timori per il Ponte del primo novembre con la chiusura degli ambulatori
Più di 200 persone in Pronto soccorso, attenzione ai virus e al ponte dei morti.
Ieri pomeriggio verso le 15 tutti i reparti d’emergenza urgenza della provincia, fatta eccezione per il lago, erano sovraffollati, al massimo grado secondo le rilevazioni del sistema regionale. Per l’esattezza erano 210 i pazienti in cura o in attesa, con code che per i codici più lievi superavano senza problemi le dieci ore. La situazione più complicata come sempre al Sant’Anna, 90 pazienti presenti, ma anche l’emergenza di Cantù con 40 richieste d’aiuto era in difficoltà e così pure Erba, dove i 34 pazienti hanno segnalato la poca presenza di personale medico, per finire con il Valduce anch’esso descritto come sovraffollato visti i 34 pazienti tra ambulatori e sala d’attesa.
Il medico sconsiglia
L’Asst Lariana conferma che circa la metà dell’utenza segnala problemi respiratori, polmoniti, stati febbrili e complicanze insorte per infezioni. Si tratta insomma dei virus para influenzali spinti dagli sbalzi termici di inizio autunno che si sommano ai consueti traumi, incidenti e ferimenti da Pronto soccorso. Il bollettino regionale dei medici sentinella segnala un’ampia circolazione degli agenti patogeni e stima alla fine della scorsa settimana 5mila comaschi colpiti negli ultimi sette giorni. Persone che a volte bussano alle porte del Pronto soccorso, soprattutto se sono sole, anziane, fragili e non hanno risposte rapide alternative.
«Non conviene proprio andare in Pronto soccorso - dice Enrico Giuseppe Rivolta, membro del consiglio dell’Ordine dei medici di Como – si rischia di aspettare molto tempo per dei bisogni di cura che possono essere gestiti a casa. La corsa in ospedale può disorientare i pazienti più deboli, è uno sforzo che li espone ad altre possibili infezioni». Il problema si pone però tra il 31 ottobre e il 4 di novembre, in concomitanza con il ponte dei morti. Già dalla giornata pre festiva i medici di famiglia terranno chiusi gli ambulatori, salvo organizzarsi giovedì e sabato con le reti ambulatoriali, quando a turno un medico coprirà le chiamate degli assistiti degli altri colleghi.
Il filtro della guardia medica
Il pericolo però è quello che senza curante molte più persone si riversino negli ospedali. A tal proposito sempre l’Asst Lariana ricorda che il riferimento per i problemi più lievi resta la guarda medica. Già mercoledì sera dalle 20 la continuità assistenziale apre le sue porte previa chiamata telefonica (166.117) quindi il 31 ottobre dalle otto del mattino prosegue visite e consulenze fino alle otto di lunedì 4 novembre, quando gli studi medici riaprono battenti. La speranza è che la guardia medica faccia da filtro, anche se è noto che nella continuità assistenziale la maggioranza dei posti è scoperta e il servizio è tenuto in piedi in larga parte da giovani specializzandi, talvolta impossibilitati ad effettuare le visite a domicilio perché senza altri colleghi di turno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA