L’ex ingegnere capo non lascia speranze. «È tardi: Politeama irrecuperabile»

Il dibattito Clemente Tajana non vede luce su vendita e recupero: «Condizioni disastrose» - Minghetti: «Apriamo un confronto approfondito. Difficile un cambiamento della destinazione»

«Il Politeama? Lo dico con grande dispiacere: è irrecuperabile». Nelle ore in cui il Politeama torna a farsi vivo nel dibattito cittadino, immaginare il futuro di questo edificio che ha fatto la storia della città e di chi la abita è un esercizio complicato persino per i tecnici che negli anni ne hanno seguito le vicende, a partire da Clemente Tajana, ex dirigente all’Urbanistica e poi ingegnere capo del Comune. «Sono trent’anni che osservo quest’edificio e l’ultima volta l’ho visto dall’alto, tramite i condomini che lo circondano, circa un mese fa. Mi ha molto colpito. L’ho trovato in condizioni disastrate con l’impermeabilizzazione del tetto che fa paura. Ogni tanto si vedono delle impalcature sulle facciate, ma sono messe lì per proteggere i cittadini da eventuali distacchi di materiale. Devo dirlo: sono molto pessimista a riguardo».

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Già nel 2018, proprio sulle pagine di questo giornale, Tajana aveva denunciato che l’ex cine-teatro stava procedendo velocemente verso l’irrecuperabilità, vittima di quello stesso degrado richiamato a luglio nell’ordine del giorno portato in consiglio comunale (e poi approvato) dalla consigliera di maggioranza Paola Tocchetti, che aveva parlato dell’impossibilità da parte del Comune non solo di adempiere a quanto annunciato nel programma elettorale del sindaco Alessandro Rapinese (il rifacimento di tetto e facciate nello specifico), ma anche di destinarlo a un progetto più ampio.

«Il fatto è che l’iter sarebbe dovuto essere diverso - spiega Giuseppe Cosenza, anche lui ex dirigente del settore Urbanistica, prima alla Provincia e poi al Comune -, Non giudico la vendita, che non mi sorprende e può essere comprensibile, ritengo però che vista l’importanza dell’edificio il Comune avrebbe dovuto presentare una relazione spiegando le possibilità esplorate ai fini del recupero, le modalità di gestione e gli investimenti economici ipotizzati. Allora si sarebbe potuto dire che un piano c’è, ma che il Comune non è in grado di portarlo avanti».

E se per Tajana sarà quasi impossibile trovare un privato capace di ridare vita al cine-teatro, alla luce anche dei vincoli, per Cosenza qualche speranza c’è: «Ma credo che ci voglia una forte volontà da parte del Comune che lo mette in vendita a preservarne un utilizzo culturale da parte di tutta la comunità».

Secondo Barbara Minghetti, ex candidata sindaco e attuale consigliera di minoranza, nonché direttrice della programmazione del Teatro Sociale difficilmente la Soprintendenza permetterà un mutamento della destinazione d’uso del Politeama. «Ciò non toglie che una conformazione mista, come il teatro libreria di Firenze, sia percorribile. Resta il fatto che serve un ragionamento approfondito e non istintivo. Nel mio programma elettorale avevamo ipotizzato un polo musicale per giovani, con lo spostamento del Conservatorio lì vicino, al Carducci». Intanto però la sabbia nella clessidra continua a cadere e il tempo per il Politeama scorre inesorabilmente. «Tante occasioni sono state perse. Ora siamo molto avanti - conferma Minghetti -, Ormai l’edificio è in uno stato di degrado avanzato. La speranza è che qualcuno si faccia avanti, ma che l’offerta venga accolta con un’idea generale e più ampia della cultura in questa città».

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