«Esperienza per far bene. La priorità? i cittadini»

Giordano Molteni è candidato per il centrodestra, sostenuto da tre liste

Rivendica di «aver già fatto il sindaco» e quindi di «essere preparato a far bene per la mia gente». Giordano Molteni corre per la coalizione di centrodestra formata da “Como con Molteni” (Noi con l’Italia, Forza Italia e Democrazia e sussidiarietà), Lega e Fratelli d’Italia.

Perché ha deciso di candidarsi?

In tutta la mia vita ho sempre dato un peso rilevante all’aspetto sociale e ho pensato fosse importante non parlarne, ma essere inserito nella macchina e darmi da fare.

Lei è già stato sindaco tre volte (a Lipomo) e quindi questa è stata la sua prima campagna elettorale a Como. Come la valuta?

Estremamente impegnativa e l’ho vissuta cercando ogni giorno di essere sempre più “sul pezzo” e studiando molto. Un’esperienza unica viste le dimensioni del capoluogo.

E cosa ha notato nel confronto con la gente?

Mi ha fatto riaprire il cuore. Io sono sempre stato in contatto con la gente, vuoi anche per il tipo di professione che svolgo, ma devo dire che in questa campagna elettorale sono partito dall’analisi, dallo studio, dal prendere in considerazione le tante problematiche che vanno dalle grandi opere alla sicurezza, ma ho messo bene a fuoco che il punto cardine per un sindaco che vuole governare e creare benessere per la sua gente sono le persone, le famiglie.

La primissima cosa da fare se sarà sindaco.

Sono due. Primo le piccole cose come decoro e sicurezza. Poi ho stilato nero su bianco un piano casa, un piano giovani e un piano scuola. Su questi tre settori voglio spendermi immediatamente coinvolgendo il consiglio comunale.

Tre problemi specifici da affrontare in tempi rapidi.

Torno sul decoro che vuol dire intervenire sui parchi pubblici e i giochi per i bambini, su igiene e pulizia: piccole cose che devono dare da subito un impatto diverso alla città per chi ci vive e per chi la viene a visitare. Poi ho un sogno, che cercherò di far avverare personalmente nell’arco dei cinque anni andando in giro e stando con i cittadini ed è quello di far nascere un senso di appartenenza tra i comaschi.

Una delle critiche che le è stata mossa è quella di essere nuovo, ma di avere tante vecchie facce tra i suoi candidati. Cosa replica?

Innanzitutto non è vero, ma in base a quanto prevede la legge al sindaco è dato un certo compito, anche in termini di scelte, e ho intenzione di esercitarlo. Credo di essere una persona che ha esperienza, anche da sindaco, e quindi la prima cosa da fare è quella di creare una squadra su cui dirò la mia in maniera determinata. Terrò conto delle indicazioni dei partiti, ma l’ultima parola è del sindaco. E i criteri alla base della scelta saranno la competenza nei singoli settori e una passione smisurata per questa città.

Storicamente il centrodestra non indica mai i nomi degli assessori prima del voto. Lei ha deciso di farne uno, perché questa scelta?

Ho deciso perché il nome che ho indicato, cioè Sergio Gaddi, non uscirà dal consenso legato al voto. La cultura non ha colorazione politica ma deve essere uno dei punti cardine della crescita della città, anche in termini economici e di posti di lavoro. Credo che l’indicazione che ho dato e che ribadirò se verrò scelto per fare il sindaco, si identifichi con una persona che ha dimostrato senza dubbio la capacità del fare, riconosciuta con successo non solo in Italia, ma anche a livello internazionale. Non ho avuto esitazioni.

Cultura significa riportare le grandi mostre a Villa Olmo?

La cultura per noi si identifica con Villa Olmo e le mostre, ma non solo. Como nel futuro dovrà essere in grado di dare un’offerta che oltre a Villa Olmo comprenda tutte le altre strutture chiuse e che dobbiamo far ripartire, tra cui i musei. L’obiettivo sarà quello di fare una proposta, a chi decide di venire a Como, digitalizzata e con una bigliettazione unica. Nel weekend uno potrà andare a vedere la grande mostra, ma anche la Casa del fascio e il museo nell’edificio Uli, per noi progetti da portare avanti.

Il tema più caro ai comaschi è la viabilità. Cosa si deve fare per ridurre il traffico?

Sul periodo più lungo il discorso è quello non fare arrivare a Como chi deve solo transitare ed è legato alla realizzazione del secondo lotto della tangenziale, che risolverebbe molti problemi. Da subito, invece, migliorare la fluidità del traffico con la presenza dei vigili. Chi arriva in città e si deve fermare per lavoro, studio e shopping deve avere a disposizione posteggi e un sistema di comunicazione interna con trasporti elettrici frequenti e rapidi.

Realizzerà nuovi parcheggi?

Va migliorato innanzitutto l’utilizzo di quelli che ci sono, compreso il Val Mulini. Tra i nuovi oltre alla Ticosa in prospettiva, il raddoppio di via Sirtori, e quello in avvio nell’ex zona dello scalo merci. Questa sarà un’area importante perché, oltre alle auto, verrà realizzato un parcheggio per i bus turistici che, attualmente, girano per la città e stanno allo stadio e in piazza Roma. Sono previsti 30 stalli con un’area attrezzata con bagni pubblici, punto di ristoro, fontanelle e quant’altro.

Piscina e palazzetto: andrà avanti sui progetti avviati dall’attuale giunta?

Per la piscina, la totale ristrutturazione approvata nel bilancio va portata avanti al galoppo e per il palazzetto sono stati chiesti i fondi Pnrr oltre al finanziamento regionale già disponibile e si dovrà poi proseguire rapidamente. Sugli impianti sportivi, dal giorno dopo l’elezione, dovremo intraprendere un discorso fondamentale che è lo stadio, che significa riqualificare tutta la zona e questo passa dal dialogo con la società Calcio Como. Si deve agire contestualmente anche su tutti i piccoli impianti.

Patrimonio e case comunali.

Per prima cosa capire quali strutture comunali non utilizzate ma utilizzabili, possano essere riofferte in tempi molto brevi alle necessità della città, che vanno dai servizi alle famiglie alla disabilità, ma anche alle attività di molte associazioni del terzo settore che hanno progetti validissimi e chiedono spazi dove realizzarli. Con loro andrà costruito un percorso specifico e individuerò chi se ne dovrà occupare, ma settimanalmente vorrò essere aggiornato: per un sindaco l’aiuto ai più fragili è una cosa fondamentale. Tornando al patrimonio, si dovrà mettere in vendita il superfluo salvaguardando l’interesse pubblico. Infine le case comunali che vanno messe a norma con valutazioni per capire come intervenire anche su quelle abitate.

Passiamo alla terza linea del forno. Qual è la sua posizione?

È quella del consiglio comunale, non posso non tener conto di atti ufficiali e di quanto ha deciso la commissione. Tra l’altro parliamo di un problema sovraccomunale su cui l’amministrazione deve dire la sua e quella ufficiale è la contrarietà che ha stoppato l’operazione.

E sul progetto di ampliamento del teleriscaldamento?

Andrà valutato attentamente capendone con i tecnici tutti i vantaggi e gli svantaggi.

Tema sicurezza. Come intervenire nei punti caldi?

Sicurezza non vuol dire mandare in giro gente armata per la città, ma fare in modo che i cittadini si muovano con tranquillità e serenità. Ho trovato assurdo quanto accaduto sul Garda che può capitare ovunque e, a Como, non deve succedere. Aumenterà il numero dei militari, non con le armi, ma con la presenza, ci saranno più vigili e le telecamere che non devono curiosare nelle case dei cittadini,ma monitorare le zone a rischio. Per criticità specifiche mezzi mobili da lasciare fissi per un certo periodo.

Lunedì sera sarà contento se...

Se potrò mantenere il patto che ho fatto con me stesso di occuparmi della città e, quindi, se sarò al ballottaggio.

Perché votare Giordano Molteni?

Perché ho tanta esperienza, ho governato e ho imparato bene che il sindaco deve essere al servizio della sua gente. Io sono l’unico tra i candidati ad aver già fatto il sindaco, anche se in un Comune più piccolo, e voglio riversare su Como tutte le mie competenze.

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