Fa inversione in Tangenziale. Salvata dall’assenza del cartello

La controversia Inquadrata dalle telecamere, le tolgono patente e auto. Il giudice gliele restituisce: nessun avviso sull’uso dei video per sanzionare

Il video della società Pedemontana non lascia tanto spazio ai dubbi. Nel bel mezzo di un pomeriggio di inizio estate si nota un’utilitaria imboccare la Pedemontana, tra Villa Guardia e Como. Quindi, dopo meno di un centinaio di metri, si nota l’auto accostare sulla destra e, fatte transitare alcune auto, invertire la marcia, mettersi sulla corsia di sorpasso ma per percorrerla in senso opposto. E per fortuna che il tutto è avvenuto all’inizio del breve tratto autostradale, quando ancora la velocità delle auto è contenuta. E infatti alcune vetture che si sono ritrovate davanti l’utilitaria contromano, si sono fermate in tempo. Dopo diversi secondi di caos automobilistico, l’utilitaria effettua una nuova inversione a “u” e riparte percorrendo la giusta direzione.

L’infrazione

Tutto chiaro. Tutto documentato. Ma non sufficiente per togliere la patente all’automobilista protagonista dell’infrazione. Né a procedere con il fermo amministrativo dell’auto. Il giudice di pace di Como ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato della donna protagonista dell’inversione in Pedemontana, il legale comasco Piermario Vimercati, e ha sospeso - in attesa di entrare nel merito della decisione - gli effetti della sanzione notificata all’automobilista dalla Polizia stradale di Como. Il motivo? All’ingresso della Pedemontana non c’è alcun cartello che informa della possibilità che le infrazioni al Codice della strada vengano rilevate con l’ausilio di telecamere.

La vicenda è in punto di diritto e, si direbbe, suona anche paradossale. Ma a imporre la presenza di segnaletica idonea a informare gli automobilisti di possibili rilevatori elettronici di infrazione stradali è la stessa legge.

In particolare il Codice della strada impone alle forze di polizia di contestare immediatamente l’infrazione. Elencando tutte quelle deroghe che consentono di farlo in un secondo momento, ovvero “nell’impossibilità di raggiungere un veicolo lanciato ad eccessiva velocità” (e non è questo il caso, visto che la donna si è addirittura fermata per procedere all’inversione), oppure quando “il veicolo oggetto del rilievo è a distanza dal posto di accertamento” o ancora se l’infrazione viene rilevata da “dispositivi o apparecchiature omologate e approvate”. Cosa che non è visto, che l’infrazione è stata ripresa dalle telecamere di Pedemontana.

Il cartello

In realtà all’ingresso dell’autostrada c’è un cartello che informa della presenza di telecamere, ma la Cassazione ha escluso che quel cartello - obbligatorio sulla base delle norme sulla privacy - sia sufficiente a rendere legittima la multa, in quanto “l’avviso in questione (parole della Cassazione) non è diretto a orientare la condotta di guida del trasgressore, così da evitare che lo stesso incorra in una violazione”. Il giudice ha così sospeso sia la revoca della patente che il fermo di tre mesi dell’auto. La prossima primavera il caso approderà in aula per la decisione di merito.

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