Famiglie e single in difficoltà, sui social appelli: «Cifre folli»

I casi Sui gruppi Facebook tante ricerche disperate,ma anche i sindacati fotografano il disagio

C’è chi sottolinea di essere «urgentemente» alla ricerca di una casa in affitto a Como e nei commenti qualcuno risponde con l’amara ironia di chi ha cercato casa per mesi, se non per anni, a propria volta. Nei gruppi Facebook dove si scambiano richieste e offerte di immobili in affitto il quadro della situazione del mercato delle locazioni in città è reso con chiarezza da pochi ma significativi elementi.

Il primo è che a farla da padrone sono le stanze in affitto: 600 euro per una camera in appartamento con cucina, balcone e due bagni in zona stadio, o ancora singola a disposizione a Camerlata in un appartamento con altri due inquilini, con un solo bagno, a 350 euro di affitto più 200 euro di spese condominiali, e così via.

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Con annessi sfoghi, come quello di una studentessa lavoratrice che scrive: «Capisco che i tempi sono difficili, ma non potete chiedere da una persona 650 euro per una stanza, quando in media si guadagna tra i 1400 e i 1500 euro al mese». Il secondo è che chi si presenta su questi gruppi lo fa già conoscendo le garanzie richieste dai proprietari di immobili e si propone evidenziando, per esempio, l’assenza di animali domestici o il possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il terzo elemento è che molte coppie e famiglie di fronte ai prezzi degli immobili in affitto raccontano di essere pronte ad abbandonare l’idea di trasferirsi in città. Problema, questo, che tocca anche chi prova a trasferirsi da solo per iniziare un nuovo percorso professionale.

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«Ho seguito il caso di una ragazza che voleva trasferirsi qui da Lecco ma non è riuscita a trovare un affitto a un prezzo adeguato, pur avendo 32 anni e un lavoro stabile, a tempo indeterminato - racconta Alessandro Micello di Uil - Un’altra situazione significativa è quella di due persone che cercavano casa in città ma hanno dovuto desistere, e rinunciare così a una proposta di lavoro, per via delle caparre troppo alte che venivano richieste, anche oltre i 3mila euro da anticipare alla firma del contratto». «Lo stesso vale per i docenti - conferma Pierluigi Presta di Uil - e parlo di single che cercano una soluzione abitativa dopo aver trovato lavoro nel territorio, per le famiglie credo che la situazione sia insostenibile. Spesso sono costrette a smembrarsi, con uno dei due genitori che si trasferisce qui e l’altro che rimane nel luogo di origine».

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