Cronaca / Como città
Mercoledì 18 Dicembre 2024
Fatture fantasma e conti in disordine: «Avete danneggiato lo Yacht Club»
Il retroscena Santambrogio ha chiesto i danni all’ex direttivo, e il consiglio si è dimesso. «Scoperte operazioni che possono incidere sulla vita e sul patrimonio dell’associazione»
Le dimissioni improvvise e inattese della maggioranza del consiglio dello Yacht Club, che hanno fatto decadere il neoeletto presidente Silvio Santambrogio, forse non erano così inattese. Ma potrebbero essere conseguenza di una raccomandata inviata dallo stesso Santambrogio all’ex direttivo del sodalizio di viale Puecher per contestare una serie di rilievi «con riserva di risarcimento di tutti i danni patiti dall’associazione». Tra i destinatari anche due dei dimissionari: Fabio Scudeletti e Roberto Ruggeri. Oltre a loro a lasciare il direttivo, facendo decadere il presidente, erano stati Loredana Pivelli (moglie di Scudeletti) e Achille Sauchelli, già segretario generale nonché direttore sportivo e uomo molto vicino all’ex presidente Giancarlo Ge (primo destinatario della raccomandata).
Le contestazioni
Il tenore della lettera inviata da Santambrogio era inevitabile che potesse non essere gradito a quei soci ai quali il primo presidente del sodalizio con un cognome più lungo di due lettere ha chiesto di fornire spiegazioni per evitare la contestazione di danni e di violazione dello statuto stesso dello Yacht Club.
Prima di addentarci nel contenuto della lettera, per capire cosa ci sia di così esplosivo, è utile una premessa: l’associazione di viale Puecher è sì un ente privato, ma occupa uno degli edifici pubblici più prestigiosi della città per i quali, peraltro, il Comune di Como chiede un affitto bassissimo (appena 34mila euro all’anno). Questo in ragione del ruolo sociale che - in teoria - lo Yacht Club dovrebbe svolgere a favore della città. Ruolo però, si intuisce anche dalla raccomandata firmata da Santambrogio, sembra essere stato smarrito.
“Pronti, via”, il presidente per soli tre mesi dello Yacht Club contesta il mancato «necessario» passaggio di consegne da parte dell’ex direttivo, che ha costretto i nuovi vertici a verificare «con fatica» la documentazione amministrativa trovata in sede. Verifica che ha portato - a detta della missiva - a scoprire «alcune circostanze di fatto che possono rappresentare fonte di potenziali danni che possono incidere, anche significativamente, sulla vita e sul patrimonio dell’associazione».
Primo punto il parere legale (anticipato da La Provincia nei giorni successivi le dimissioni del consiglio direttivo) nel quale si ritrovano passaggi allarmanti sul fronte dell’attività commerciale svolta dallo Yacht Club. Un parere inviato sotto la presidenza Ge di cui i soci «mai hanno saputo nulla». In conseguenza di quel parere è partito un controllo circa il trattamento fiscale degli anni 2023 e 2024 «e si è verificato che YCC non ha sottoposto a corretto trattamento fiscale parte degli incassi effettuati». Da qui l’incarico a due avvocati di presentare «istanza di ravvedimento operoso relativamente alla omessa fatturazione delle attività commerciali identificate come “gadgets, affitto spazi e affitto posti barca taxi”».
Gli altri potenziali danni
Altro potenziale guai economico la richiesta di condanna del sodalizio al risarcimento di danni patrimoniali per 50mila a causa dell’annullamento di un ricevimento. Causa che potrebbe essere risolta con una transazione e un esborso di denaro da parte dello Yacht Club. Infine la sanzione da 5mila euro comminata dalla Federazione Vela all’ex presidente Ge che lo ha di fatto estromesso dalla possibilità di ricandidarsi, oltre ai costi degli avvocati per difendersi dall’accusa di illeciti sportivi. Costo totale quasi 10mila euro. Tra meno di un mese si dovrebbe tornare ad elezioni. In un clima incandescente.
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