FdI cresce ancora: «Abbiamo le idee,
non slogan vuoti»

Centrodestra Butti: «Como premia l’azione del governo. Molinari: «Ora migliorare in città, facendo opposizione»

Anche se si sono «visti arrivare», per usare le parole con cui ieri Giorgia Meloni ha commentato la vittoria, i numeri di Fratelli d’Italia a Como sono stati tutt’altro che scontati.

I numeri della vittoria

Il 32,7% con cui il partito si conferma prima forza politica della provincia supera non solo il dato delle scorse Politiche, quando aveva sfiorato il 30%, ma anche il risultato ottenuto a livello nazionale con queste Europee, che si è assestato al 28,81%, quasi quattro punti percentuali in meno rispetto al nostro territorio.

E se il dato comasco è allineato col resto delle province lombarde, dove Fratelli d’Italia ha superato ovunque il 30%, con punte di 36% come in provincia di Sondrio, con l’unica eccezione dell’area milanese, è in ogni caso tutto tranne che scontato.

Per un partito al governo aumentare i propri consensi, dopo 20 mesi alla guida del Paese, è un segno inequivocabile di stabilità come inequivocabili sono le 26.395 preferenze che i comaschi hanno accordato a Giorgia (sulla scheda si poteva scrivere anche solo il nome della premier, che con i cittadini ha voluto giocare anche e soprattutto su un piano di fiducia personale). Il risultato di Fratelli d’Italia porta il partito a poter occupare 24 dei 76 seggi destinati ai politici italiani nel Parlamento europeo, dove i fedeli di Meloni siederanno nel gruppo di Ecr.

«Sul territorio è stata premiata l’azione del governo a livello nazionale ed europeo - è il commento di Alessio Butti, comasco e sottosegretario alla presidenza del Consiglio - Tutto il partito si è mosso in campagna elettorale non per slogan, ma parlando con la gente negli incontri pubblici. Nel Comasco, ci sono imprese, amministratori locali e altri soggetti con cui non si può parlare per slogan. Non l’abbiamo mai fatto, anzi, abbiamo scelto di portare contenuti, che sono quelli dei Conservatori in Europa». Toni insomma sostanzialmente diversi, secondo Butti, rispetto all’altra forza di centro-destra che ha avuto la meglio in provincia, ovvero la Lega, trainata sul nostro territorio tanto dal nome locale di Alessandro Fermi quanto da quello popolarissimo e divisivo di Roberto Vannacci. «Abbiamo mantenuto un assoluto equilibrio, scegliendo un linguaggio moderato che si addice alla responsabilità incarnata dal partito più forte del governo» continua il sottosegretario, che fa riferimento anche ai due candidati della circoscrizione Nord Ovest eletti a Strasburgo. «Siamo felici che il territorio abbia contribuito in modo pesante all’elezione di diversi europarlamentari. Oltre a Carlo Fidanza, che ha già una sua esperienza europea, è stata eletta anche Lara Magoni, legata allo sport e che conosce molto bene il turismo: il loro ruolo sarà importante e attivo in Europa come sul territorio comasco».

In città il confronto con il Pd

Diversi invece i risultati del partito in città, dove Fratelli d’Italia si è fermato al 26,6%, confermandosi prima forza politica cittadina, ma con un chiaro avvicinamento del Partito democratico attestatosi al 24,7%. «A Como paghiamo una situazione in cui il Pd sta facendo un’opposizione molto attiva a Rapinese - è la riflessione di Stefano Molinari segretario provinciale del partito - In questo dobbiamo migliorare, tornando a essere più presenti. Siamo soddisfatti però del risultato provinciale. Alle Regionali eravamo arrivati dietro alla Lega, ora abbiamo recuperato terreno. Non resta che portare anche la città ai livelli del resto della provincia».

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