Fermi attacca Rapinese sulla chiusura delle scuole: «Tempi più lunghi e ascoltare i genitori»

Il caso Sindaco e provveditore convocati dalla Regione. Rapinese rivendica: «Meno immobili, ma a norma». E l’assessore leghista lo riprende: «I tuoi modi sbagliati»

Sulla chiusura delle scuole, tutti attaccano Rapinese in commissione regionale e Alessandro Fermi, assessore all’Università, non gli risparmia la lezione.

«Alessandro - ha commentato l’assessore leghista al termine dell’audizione che si è tenuta ieri mattina in Regione - forse vale la pena ragionare con un range temporale più lungo, per costruire un percorso che sia il più condiviso possibile. Serve avere la consapevolezza che le istanze che ti arrivano possono essere figlie di visioni diverse dalla tua». Inutili i tentativi del sindaco, Alessandro Rapinese, di ribattere, messi a tacere dalla vicepresidente della commissione scuole, Silvia Scurati, che ha sottolineato la natura dell’incontro richiesto dal consigliere regionale Angelo Orsenigo (Pd), un’audizione e non un dibattito. Dopo un’iniziale presentazione del piano di chiusura di sei scuole a Como tra 2025 e 2026, che ha scatenato la protesta di alcune delle famiglie coinvolte e presenti ieri con tre rappresentanti, il sindaco e il provveditore, Giuseppe Bonelli, hanno reso conto delle decisioni prese.

Calo demografico

Rapinese ha citato le parole con cui il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha dato conto del calo demografico e delle gravi condizioni in cui versano scuole italiane: «Il 57% non è a norma. Ma a Com o siamo messi anche peggio». Di qui la decisione di chiudere alcuni plessi scolastici, con l’obiettivo di «avere meno scuole, se non servono, ma tutte a norma». E mentre su via Varesina e Prestino Rapinese ieri si è detto sicuro di ricevere da parte dei consigli scolastici un parere positivo, ben diversa, come è noto, è stata la reazione di docenti e famiglie dell’asilo Carluccio e della primaria di via Perti.

Posizioni ribadite anche in Regione e mirate a smentire alcuni dati citati dal Comune nel documento in cui a settembre ha reso conto delle chiusure. «Un documento colabrodo su cui stendere un velo pietoso», secondo il consigliere regionale Sergio Gaddi (Forza Italia) che ha anche accusato il sindaco di «strumentalizzare i bambini ai fini politici». Dure le critiche anche del consigliere Paolo Romano (Pd) che ha puntualizzato «l’arroganza, la tracotanza e la mancanza di rispetto» del sindaco, in riferimento alla gestione del rapporto con le famiglie.

«Dal sindaco modi sbagliati»

Accuse cui Rapinese ha risposto, dapprima citando la relazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione sulla scuola Carluccio, a sostegno di quanto affermato dal Comune circa le condizioni di sicurezza dell’asilo, e poi rivolgendosi ai consiglieri regionali che gli hanno chiesto chiarimenti sui «dati fuorvianti» forniti, rispetto alla presenza di liste d’attesa in alcune delle scuole interessate da chiusure. «Forse oggi avete convocato l’unico sindaco che ha eliminato tutti i partiti che sono seduti dalla vostra parte di questa commissione» ha commentato Rapinese, ribadendo poi il concetto già citato di aver ragionato in termini sistemici e non di singoli istituti, per poterne mettere il più possibile a norma.

Ma le parole più dure nei confronti del sindaco sono arrivate proprio dall’assessore Fermi, che lo ha accusato di «aver sbagliato metodo» nella gestione del dialogo con le famiglie e i cittadini. «La tua è una scelta politica che ha però la necessità di essere spiegata e condivisa».

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