Fermi fuori dall’Europarlamento: «Me l’aspettavo»

Il candidato L’assessore regionale della Lega è sesto tra le preferenze di lista. «Orgoglioso di aver confermato le 14 mila preferenze nella mia provincia»

Ha confermato i voti presi un anno fa alle regionali e ha aumentato ulteriormente il consenso fino ad arrivare a sfiorare le 20mila preferenze personali (19.828 quelle effettive) e ha quasi “doppiato” nella provincia di Como i voti del recordman per la Lega, Roberto Vannacci. Ma il risultato, pur importante, non basta all’assessore regionale Alessandro Fermi per staccare il biglietto per Strasburgo e Bruxelles. E non ci sarà, quindi, nessun comasco nell’Europarlamento.

Lui, il giorno dopo lo scrutinio, sorride e guarda il bicchiere mezzo pieno. «Aver raggiunto quasi 20mila preferenze personali per me è motivo di grande soddisfazione – commenta – perché parliamo di un’elezione molto diversa dalle regionali (la Lega aveva preso sul Lario il 24,10%, ndr), molto più politica e quindi in cui l’appartenenza al partito nel voto conta di più. Il mio obiettivo era quello di fare il miglior risultato possibile, cosa che è avvenuta, ed ero ovviamente consapevole che su un collegio così ampio i candidati uscenti che hanno avuto visibilità mediatica in questi anni partivano avvantaggiati».

Il risultato

E ancora: «In due mesi abbiamo costruito un risultato che ci pone tra i più votati della lista (Fermi è sesto dopo Roberto Vannacci, Silvia Sardone, Isabella Tovaglieri, Angelo Ciocca e il ligure Francesco Bruzzone) ed essere tra chi ha superato le 15mila preferenze fa indubbiamente piacere». Sotto le 10mila preferenze si sono fermati europarlamentari uscenti come Gianna Gancia, Danilo Lancini e Alessandro Panza.

Il dato territoriale

Fermi sottolinea anche un secondo aspetto e, cioè, il risultato ottenuto in provincia di Como. Prese 13.883 voti nel febbraio dell’anno scorso alle regionali e ne ha “confermati” 13.498 come candidato alle europee. «Il dato territoriale – prosegue l’assessore regionale – mi fatto molto piacere poiché ho ricevuto uno straordinario messaggio di stima, vicinanza e fiducia dalla mia provincia. L’unica delusione in questa competizione per me sarebbe stata quella di un risultato non positivo nel mio territorio. Ma aver preso quasi 14mila preferenze in un’elezione molto diversa e “politicizzata” rispetto a un anno fa per me è motivo di grande orgoglio e soddisfazione».

La Lega nel Comasco ha ottenuto il terzo risultato più alto in Lombardia dopo Sondrio e Pavia (che aveva due candidati) arrivando al 17,9%. Alle regionali era stata, invece, il primo partito in provincia di Como con il 24,10%: lo scettro, questa volta, è passato a Fratelli d’Italia con il 32,7%.

Va rilevato che il Carroccio, in cinque anni (rispetto alle Europee 2019), che in politica rappresentano un’era geologica, ha perso qualcosa come il 30% dei consensi. Allora era infatti al 48,33%. Di contro FdI, oggi al 32,7, era a un soffio dal 6%. E sul ko dato a Vannacci (si è fermato a 8.522 voti), unica provincia lombarda con Pavia e Sondrio, Fermi sorride: «Sì, è vero. Aver battuto il generale (che in tutta la circoscrizione ha preso qualcosa come 187mila preferenze, ndr) è motivo di orgoglio».

Ora l’assessore regionale comasco rimarrà al suo posto in giunta a Milano, ma, assicura, «con un’ulteriore riconferma della fiducia da parte dei cittadini e forte delle 19.537 preferenze ottenute in Lombardia».Subito dopo pranzo aveva ringraziato i suoi sostenitori via social: «Ventimila volte grazie a tutti. È stato un viaggio entusiasmante, faticoso ma ricco di nuove amicizie. E alla fine abbiamo raggiunto quasi 20mila preferenze, un risultato che, all’inizio di questa esperienza, mai avrei immaginato. Voglio quindi ringraziare uno ad uno tutti gli amici che hanno deciso di sostenermi con la loro fiducia: ventimila persone che hanno scritto il mio nome sulla scheda. Un forte abbraccio a tutti, vi voglio bene».

© RIPRODUZIONE RISERVATA