Cronaca / Como città
Martedì 07 Luglio 2020
Folla ai giardini, multe da 50 euro
Ma non sono per le mascherine
Covid - Sanzioni per il bagno illegale, non per il mancato rispetto delle regole E intanto i comaschi comprano meno protezioni: vendite giù di due terzi
Per la folla al Tempio senza mascherine domenica è arrivato l’esercito e la polizia. Totale multe? Quattro, ma solo per i tuffi, non per gli assembramenti e l’emergenza contagio.
Domenica con il caldo di luglio una quarantina di persone ha trasformato la spiaggetta dietro ai giardini a lago nella riviera romagnola. Il problema che ha colpito dopo la drammatica primavera appena trascorsa non sono tanto i bagni nell’acqua e i petti nudi pronti a prendere il sole, quanto gli assembramenti della gente e la mancanza quasi totale di mascherine e distanziamento.
Ragazzini, giovani, ma anche buona parte degli adulti non indossava i sistemi di protezione individuale. Che, si ricorda, sono obbligatori fino alla metà di luglio anche all’aperto in Lombardia.
«La sanzione va da un minimo di 400 euro per la misura ridotta ad un massimo di 3mila euro – così si legge sul portale istituzionale del Pirellone -. In caso di ripetuta violazione la sanzione è raddoppiata. Entro trenta giorni dalla data di conoscenza della sanzione, è possibile pagare la sanzione nella misura ridotta, diminuita del 30%». Invece la polizia locale ha spiegato di avere sanzionato quattro persone con una multa da 50 euro, per il divieto di fare il bagno. Si può infatti fare un tuffo nel lago in città solo a villa Olmo zona lido e a villa Geno, qui però negli ultimi giorni l’acqua si è alzata e dunque è sparita la spiaggia e con essa i consueti avventori. «Non è semplice applicare le sanzioni del decreto legge per il contrasto del contagio – dice Donatello Ghezzo, il comandante della polizia – confrontandomi anche i colleghi delle altre amministrazioni locali sono poche le multe effettivamente elevate». Il Covid, è bene ricordarlo, è ancora una minaccia. Ci sono sì pochi ricoveri, il virus è vero sembra essersi indeboliti, ma anche gli esperti meno pessimisti premettono sempre che le uniche armi per evitare l’arrivo di una seconda ondata sono il distanziamento sociale e le mascherine.
A proposito delle mascherine, secondo le associazioni dei farmacisti le vendite sono diminuite di quasi due terzi in Italia rispetto ai momenti più tragici dell’epidemia. Almeno a livello italiano i dispositivi prima tanto cercati adesso si comprano saltuariamente. Anche a Como, sentite alcune farmacie, c’è stato effettivamente un calo, anche se non così tanto drastico. A Camerata gli acquisti sono scesi, si vendono più pezzi singoli e meno pacchi, in Santa Teresa i clienti comprano una sola mascherina di tessuto.
«Sì, sicuramente le vendite sono scese di molto – dice Davide Marelli dalla farmacia di vie Leoni – i cittadini acquistano un solo pezzo, una singola mascherina chirurgica monouso». Un presidio sanitario da usare una volta soltanto che molti tengono al braccio o magari lasciano in macchina appeso allo specchietto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA