Fondazione Seta, Rapinese contro tutti. Il Comune via dal nuovo ente

Tessile Entro Natale la fusione di museo, Setificio ed ex allievi: ma Palazzo Cernezzi non ci sarà. La rottura dopo la richiesta del sindaco di ridurre il numero dei consiglieri

La Fondazione della Seta nascerà prima di Natale, ma sarà orfana della partecipazione del Comune di Como. Una defezione importante, non tanto per la quota associativa che verrà a mancare (Palazzo Cernezzi versa oggi al Museo della Seta, che è uno dei promotori, 40mila euro all’anno, come la Provincia e la Camera di Commercio) ma che non inciderà sull’assetto economico del nuovo ente, quanto perché una delle componenti pubbliche si chiama fuori proprio mentre il mondo associativo e delle imprese fa uno sforzo corale per dar vita a una realtà di maggior forza giuridica e in grado di intercettare più finanziamenti.

Oltre cento a favore

La coralità, per la verità, non è venuta a mancare: nelle tre assemblee con cui i promotori - Museo della Seta, Fondazione Setificio e Associazione ex allievi del Setificio - hanno votato la nascita del nuovo ente, oltre cento consiglieri hanno votato a favore e solo due - dei 29 che siedono nel Cda dell’associazione Museo della Seta e dei quali non è dato conoscere il nome - si sono espressi contro.

All’assemblea del Museo della Seta - ente in cui il Comune siede con Provincia, Camera di commercio, associazioni di categoria, ex allievi e 26 aziende tessili, e nel cui Cda ha nominato Daniele Roncoroni - le ragioni dell’amministrazione comunale sono state ribadite da Monica Doria, assessore al Bilancio: la composizione degli organi direttivi del nuovo ente, ha detto in soldoni, non ci sta bene, quindi usciamo dal museo e non ci saremo nemmeno della Fondazione della Seta.

La rottura si era già annunciata sei mesi fa, quando la nuova realtà aveva mosso i primi passi. Al centro del contendere con Rapinese il numero degli amministratori: al posto dei circa 20 previsti, il sindaco ne vorrebbe otto (tutti senza emolumenti) oltre a una serie di sottocommissioni alle quali delegare temi specifici. Questione - pare di capire, visto che sul tema il sindaco non si è mai espresso, e anche ieri non ha accolto la richiesta di farlo - che chiama direttamente in causa la rappresentatività e il peso specifico dei vari soci all’interno della governance della nuova fondazione. Per ora comunque il Comune non ha formalizzato l’uscita dall’associazione del Museo della Seta, uscita che pure - da statuto - dovrebbe comunicare per iscritto entro il 30 settembre: anzi, la scorsa settimana ha regolarmente versato la propria quota associativa. Ora i tre enti promotori devono osservare 60 giorni di intervallo, per dare il tempo di formalizzare eventuali ricorsi, poi - verso la fine di novembre - l’iter riprenderà, con l’obiettivo di varare la Fondazione della Seta prima di Natale.

La prospettiva di partire senza il Comune probabilmente è vissuta un po’ da tutti come una sconfitta ma non sembra turbare più di tanto gli animi: la nuova Fondazione ha numeri e risorse per stare in piedi anche senza Palazzo Cernezzi.

Primo caso in Italia

Questo tipo di fusione è attualmente il primo caso in Italia. La Fondazione della Seta potrà accedere a bandi riservati agli enti del terzo settore, entrare nell’elenco dei beneficiari del 5 per mille, promuovere iniziative di raccolta fondi e svolgere molte altre attività caratterizzanti gli enti del terzo settore, fino ad oggi precluse ai soci fondatori.

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