Frana a Civiglio, i residenti: «Siamo stati abbandonati, il Comune intervenga»

La situazione La frana che ha interessato una parte della strada che sale verso il quartiere comasco è avvenuta lo scorso 15 maggio e da allora la strada è ancora chiusa. Nemmeno il Giro di Lombardia passerà di qui

«Il Comune non ha mai avuto davvero la volontà di fare qualcosa per la frana, il sindaco non ci ha mai degnato di un contatto più o meno formale per informare la popolazione di Civiglio. È stato capace solo di qualche dichiarazione folkloristica ed estemporanea agli organi d’informazione o di dare una risposta maleducata a qualche cittadino che chiedeva spiegazioni».

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Antonio Sartorello, portavoce dei residenti di Civiglio, riporta tutta la rabbia e la frustrazione che i suoi compaesani hanno esternato nel corso della riunione che si è tenuta mercoledì sera per parlare della frana del 15 maggio e della strada ancora chiusa, in attesa dell’intervento del privato. Una quarantina di persone si sono ritrovate, dopo gli incontri di giugno e la presenza in consiglio comunale, per mettere a punto una nuova richiesta di intervento da recapitare al Comune. Il risultato è una lettera che ancora oggi e domani verrà fatta firmare ai residenti di Civiglio e lunedì verrà inviata a Palazzo Cernezzi.

Intervento diretto

L’obiettivo è sollecitare un intervento diretto dell’amministrazione, intervento fin qui negato perché - ha detto sin dall’inizio il sindaco Alessandro Rapinese - la competenza è del privato proprietario del terreno. In un’ordinanza firmata dal sindaco il 25 giugno erano state scandite le fasi che la proprietà deve seguire per ripristinare le condizioni di sicurezza e la riapertura della strada. Al privato venivano dati 45 giorni (scaduti oltre tre settimane fa) per la presentazione della progettazione esecutiva «unitamente al cronoprogramma delle attività». Entro 90 giorni dalla notifica dell’ordinanza era previsto «l’avvio delle opere di messa in sicurezza definitiva del versante». Per concludere tutto il privato avrà a disposizione un massimo di 150 giorni e questo significa terminare alla fine di novembre.

«Nel corso della riunione abbiamo condiviso le idee e le parole della lettera - spiega Sartorello - che invieremo al sindaco con le firme raccolte fino a domenica in modo da avere il consenso più alto possibile tra i residenti. Inizialmente, dopo la frana, chiedevamo di sapere qualcosa. Quando il sindaco ci ha ricevuto in Comune ha spiegato in tutti i modi che non poteva fare più di quello che aveva fatto. In realtà ora è chiaro che Rapinese ha badato soprattutto a pararsi le spalle rispetto alle conseguenze negative di un’eventuale azione del Comune, facendosi scudo con un’infinità di norme di legge».

I documenti

Sulla scorta delle delibere e della relazione del geologo, ora la gente di Civiglio ha deciso di fare la voce grossa: «Ora abbiamo studiato i documenti e chiediamo che il Comune intervenga direttamente a fare i lavori. Adesso le condizioni ci sono».

Cosa è cambiato? «È cambiato che il sindaco aveva posto dei tempi prima dei quali non si poteva attivare il potere sostitutivo del Comune rispetto al privato. Ora quei termini sono scaduti. Le scuole stanno per riaprire e nessuno ci ha detto cosa succederà con il trasporto pubblico di linea, sarà un disastro, e traffico e ingorghi peggioreranno la situazione. Il sindaco finora non ci ha degnato della minima considerazione e ha solo trovato un sacco di scuse per non fare le cose. È ora di cambiare registro».

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