Frana a Civiglio, si attiva il Comune. Ma strada chiusa fino al 2025

Lo smottamento Scaduto l’ultimatum al privato. Il sindaco: «Ci rivarremo su chi non rispetta il nostro Comune»

Sarà il Comune a intervenire (addebitando poi le spese al proprietario) per sistemare il terreno di Civiglio da cui è partito lo smottamento che, dal 15 maggio scorso, ha fatto scattare la chiusura di via Dei Patrioti tagliando in due il quartiere. Ma i tempi si allungheranno, rispetto a quelli scanditi nell’ordinanza emanata da Palazzo Cernezzi alla fine di giugno nei confronti del privato, che prevedeva quattro mesi e mezzo (quindi novembre), per fine lavori. Si arriverà così all’inizio del 2025.

Ordinanza disattesa

«Abbiamo avviato il procedimento per una variazione urgente, la più rapida possibile concessa dal diritto amministrativo - spiega il sindaco Alessandro Rapinese - per intervenire con altrettanta urgenza all’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza del terreno privato a monte della strada via Dei Patrioti in conseguenza alla mancata ottemperanza dell’ordinanza sindacale dello scorso 26 giugno». Quel documento imponeva al proprietario di intervenire per la messa in sicurezza del terreno in base anche all’indagine geologica depositata in Comune dal privato che escludeva la possibilità di riaprire, anche parzialmente, la strada in quanto troppo pericolosa.

Nell’ordinanza si diceva che i proprietari avrebbero dovuto provvedere «immediatamente e a propria cura e spese, all’avvio della progettazione esecutiva degli interventi di messa in sicurezza da parte di tecnico abilitato, così come preliminarmente individuati nelle relazione e rapporto integrativo, sia per quanto concerne l’intero versante di proprietà, sia per quanto riguarda il muro di sostegno posto al piede del medesimo versante prevedendone, tra gli interventi, il ripristino sulla sommità delle barriere di protezione. La progettazione esecutiva dovrà essere trasmessa al Comune di Como entro 45 giorni dalla notifica della presente ordinanza unitamente al cronoprogramma delle attività». E questo, da quanto emerge non è stato fatto così come non sono stati fatti gli interventi sulla vegetazione. Lo stesso documento, prevedeva anche che entro 90 giorni dalla notifica (quindi fine settembre) si sarebbero dovute avviare «le opere di messa in sicurezza definitiva del versante previo ottenimento delle autorizzazioni in materia paesaggistica, edilizia e forestale» e per la conclusione delle opere venivano dati 150 giorni dalla notifica dell’ordinanza, quindi fine novembre.

La stima dei costi

Come detto, però, i tempi a questo punto è come se si azzerassero. «Le conseguenze del mancato rispetto di un’ordinanza del sindaco però potrebbero non essere solo economiche ma questo capitolo al momento è nelle mani dell’avvocatura. Certo è - le parole del sindaco - che ogni e qualunque conseguenza verrà fatta valere nei confronti di chi non rispetta il nostro Comune. Adotteremo tutti gli strumenti contabili, tecnici e amministrativi per eliminare il disagio. Fino all’evidenza del mancato rispetto dell’ordinanza non potevamo muoverci (si sarebbero ravvisati danni erariali, ndr)».

Dalla scadenza (vana) dei termini e non essendoci stati interventi, ora in termini di legge la palla passa ora al Comune. Il primo step è quello di reperire i fondi necessari per progettazione e lavori, stimabili in circa 300mila euro. Poi andrà commissionata la progettazione esecutiva, assegnati i lavori e realizzati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA