Francesco, addio a soli 6 mesi: «Curato con amore, grazie»

Sant’Anna Il piccolo era nato con gravi patologie nel dicembre scorso - I genitori: «Immenso lavoro dello staff della Terapia intensiva neonatale»

Dopo nemmeno sei mesi di vita il piccolo Francesco è salito al cielo, e nonostante l’immenso dolore i suoi genitori, Sabrina Vergani ed Emiliano Villa, comaschi ora residenti a Lazzate, hanno voluto da queste pagine ringraziare tutti i sanitari al lavoro nella Terapia intensiva neonatale del Sant’Anna. Un reparto prezioso dove si conduce un lavoro tanto importante e delicato. Un grazie sentito per «l’immenso e faticoso lavoro» dei sanitari che la coppia definisce «angeli».

Nato pretermine il 18 dicembre, il piccolo Francesco lottato a lungo con le complicazioni in questo mondo nonostante la necessità della ventilazione assistita e dell’intubazione. La preclampsia, uno stato di ipertensione della madre, è stato uno dei fattori di rischio con cui i medici hanno tentato di fare i conti fino alla fine, il 2 giugno scorso, insieme ad una infezione che ha interessato il neonato.

Nonostante l’immenso dolore in particolare la madre di Francesco ha voluto attraverso la sua storia accendere i riflettori sull’unica terapia intensiva neonatale che resta al territorio di Como, «un reparto al cui interno si respira un amore che non è immaginabile restandone al di fuori».

«L’attaccamento degli infermieri e degli specialisti è stato tale – raccontano i due genitori - che quasi tutto il reparto ha voluto accompagnare nell’ultimo saluto Francesco alla cerimonia funebre, portando in spalla la bara. Un gesto umano toccante. Come le tante notti spese dai medici nella stanza di nostro figlio, a vegliare su di lui invece di andare a riposarsi nei loro spazi dedicati».

«Insieme ai bambini nasce tra di noi un legame forte – commenta il primario della Tin, Mario Barbarini – in particolare con gli infermieri che seguono i bambini giorno e notte. Si tratta di entrare in empatia con i neonati, essere per loro delle figure davvero presenti. Ma significa anche stare accanto ai genitori in un momento complicato da spiegare. Mamme e papà non possono non vivere costantemente il reparto, devono accudire i piccoli ed essere accompagnati. Non si può privare i bambini delle loro presenza, è un’esigenza naturale di vitale importanza. Ed è facile immaginare quindi quanto questo mestiere sia delicato. Quindi un grazie così sentito non può che darci tanta forza».

Nella terapia intensiva neonatale del Sant’Anna entrano circa 200 bambini all’anno. I ricoveri non riguardano solo neonati pre termine o con problemi insorti durante il parto, che pure sono la maggioranza, ma vengono curati anche piccoli con patologie respiratorie, lattanti con infezioni fino ai tre quattro mesi, neonati affetti da bronchioliti.

Proprio in questi giorni, si spera entro metà agosto, alla Tin del Sant’Anna sono in corso i lavori di ampliamento, attesi da tempo. Così da portare da sei a otto i letti di intensiva dedicati ai neonati e da nove a 12 i letti per la terapia sub-intensiva.

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