«Frode fiscale da oltre un milione per i lavori all’hotel di lusso». La Procura ora vuole il processo

Sant’Agostino L’accusa contesta un giro di false fatture. L’indagato si difendema finirà davanti al giudice

La Procura ha chiesto il processo per la presunta frode fiscale milionaria legata alla realizzazione di un albergo di lusso a due passi da Como Lago.

L’accusa riguarda una frode fiscale da 1,3 milioni di euro, ovvero la cifra legata al giro di fatture - considerate false dagli inquirenti - emesse nell’ambito dei lavori di realizzazione dell’hotel di lusso via Manzoni, pronto da oltre tre anni ma di fatto mai aperto, se non clandestinamente la scorsa estate in alcune occasioni per ospitare turisti che si erano prenotati presso altre strutture riconducibili alle società proprietarie dell’albergo stesso.

L’inchiesta, che aveva portato anche a un sequestro preventivo da parte del nucleo di polizia economico finanziaria di Como, ruota attorno al gruppo Fanny, attivo nel «settore della ristorazione associata all’attività di locazione immobiliare e aziendale». Sotto accusa il ragioniere comasco Mario PIva.

Tra il 2014 e il 2015 Piva decide di costruire un “Urban Relax Hotel” a due passi da Sant’Agostino. La società committente è la Fanny srl che però, prima ancora di iniziare i lavori, si trova con un debito da 6 milioni di euro con le banche. I lavori vengono affidati alla Paganoni Costruzioni (che realizzerà poi l’hotel) ma subentra, nel ruolo di committente, una società nata ad hoc: la Fanny Gest srl. Che, secondo la Procura, le fiamme gialle e il giudice sarebbe solo «una scatola vuota», una «società schermo». Per fare cosa? Per consentire una triangolazione di fatture che avrebbe poi consentito di scaricare una serie di costi fiscali.

Piva ha contestato l’accusa, facendosi interrogare in Procura. Ma il fascicolo è andato avanti con la richiesta di rinvio a giudizio.

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