Cronaca / Como città
Sabato 07 Novembre 2020
Frontalieri di nuovo in coda
Caos per i controlli alle dogane
Al mattino tutto liscio, nel pomeriggio incolonnamenti. Molti lavoratori non avevano a portata di mano l’autocertificazione
Code chilometriche in uscita dal Ticino al valico di Oria Valsolda e in quota minore in quello di Bizzarone sono state segnalate da ieri alle 16 da tantissimi frontalieri di ritorno verso casa, tenendo conto che il venerdì sera anche quelli di stanza tutta la settimana in Ticino e nei Cantoni più a nord rientrano al proprio domicilio.
Dopo una mattinata tranquilla, la situazione si è dunque complicata nel pomeriggio. I controlli - imposti dai dettami di legge - hanno riguardato l’autocertificazione italiana, necessaria insieme al permesso G (sul versante ticinese) per bypassare il versante italiano e quello svizzero. Tanti i commenti in presa diretta. «Un’ora e mezza da Lugano a Porlezza. Praticamente da Oria la coda arrivava a Cassarate (quartiere di Lugano, ndr)», scriveva alle 18 un frontaliere. «Avanti di questo passo, al coprifuoco delle 23 saremo ancora in coda», replicava una ragazza di ritorno da Lugano. C’è da dire che alla base delle lunghe code - che hanno raggiunto i 5 chilometri - c’è anche il fatto in molti, nonostante le raccomandazioni delle ultime ore, non avevano a portata di mano l’autocertificazione, in taluni casi reperirla ha richiesto un paio di minuti d’attesa, che inevitabilmente hanno contribuito ad allungare a dismisura le code. Secondo qualche racconto postato sui social, in diversi casi non vi era autocertificazione al seguito e dunque si è dovuto compilarla al momento del controllo.
L’attenzione è ora rivolta a ciò che accadrà lunedì, quando ai controlli italiani si affiancheranno - come annunciato ieri dal nostro giornale - quelli svizzeri. Ieri mattina, in ingresso in Ticino, è filato tutto liscio: zero code e pochissimi controlli. Da lunedì è pero attesa una nuova stretta sul modello di quanto avvenuto a marzo. Ieri al nostro giornale il presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi, ha chiesto a Berna di attivarsi per potenziare i controlli al confine. A marzo ed aprile, con diverse dogane minori chiuse, i tempi d’attesa per entrare in Canton Ticino avevano toccato anche le due ore. L’attenzione inevitabilmente resta alta, tenendo conto che sul versante italiano le restrizioni rimarranno in vigore fino al 3 dicembre.
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