Cronaca / Como città
Domenica 05 Giugno 2022
Fugge e sperona la Polstrada
Libero dopo il patteggiamento
Longone al Segrino, notte movimentata per un uomo di Zelbio. Inseguito fin da Inverigo, poi calci e pugni agli agenti: quattro feriti
Chilometri e chilometri di inseguimento, da Inverigo – lungo la strada provinciale 342 che va da Como a Lecco – fino ad un parcheggio di Longone al Segrino.
Un tentativo di allontanarsi dalle pattuglie della Polizia stradale di Lecco, che stavano solo effettuando dei controlli con l’etilometro, che è poi degenerato in una serie di speronamenti delle auto della Stradale e anche nelle contusioni inferte a quattro agenti intervenuti, tutti poi costretti a farsi refertare dal pronto soccorso con lesioni giudicate guaribili in sette giorni.
Notte folle, tra giovedì 2 e venerdì 3 giugno per un uomo di 34 anni residente a Zelbio; secondo quanto riferito dagli agenti, alla vista del punto allestito per i controlli alla viabilità (con l’apparecchiatura per misurare l’alcol nel sangue) al posto di proseguire lungo la provinciale ha invertito la marcia allontanandosi.
È nato in questo momento l’inseguimento, proseguito nonostante l’alt imposto dalla pattuglia anche con l’utilizzo dei dispositivi luminosi. L’uomo ha comunque proseguito nella propria marcia, in direzione di Erba, speronando anche – e per più volte – l’auto di servizio che si era messa al suo inseguimento. Una fuga conclusa in un parcheggio di Longone al Segrino dove l’uomo è stato raggiunto anche da una seconda pattuglia della stradale che nel frattempo era stata allertata. Qui è nata una colluttazione tra gli agenti e il trentaquattrenne che non voleva farsi arrestare, con calci e pugni nei confronti dei poliziotti.
Alla fine, ben quattro agenti della polizia stradale di Lecco sono stati costretti a farsi refertare dal pronto soccorso per le contusioni, soprattutto a gomito,braccia e a ginocchio.
L’uomo è stato arrestato e processato sabato 4 giugno mattina con il rito direttissimo. Assistito dall’avvocato Luca Calabrò, ha patteggiato un anno e mezzo ed è poi tornato in libertà con l’obbligo di firma.
Davanti al giudice monocratico Emanuele Quadraccia che lo stava processando, l’arrestato avrebbe detto di non ricordare quanto avvenuto la sera prima.
(Mauro Peverelli)
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