Furto di dati, spiati anche comaschi

L’indagine Almeno cinque i comaschi sui quali sono state fatte ricerche abusive in banca dati

Era la fine dell’estate dell’anno scorso quando Samuele Calamucci, investigatore privato arrestato con l’accusa di aver fatto parte di una banda di spioni che vendeva informazioni riservate con la complicità di uomini delle forze di polizia corrotti, al telefono con un socio (pure lui finito in cella) diceva: «Ho chiamato uno della Finanza che lavora a Como... è quello che ci dà le indicazioni su come fare i permessi per far transitare le macchine dall’Italia alla Germania con la targa prova attraverso la Svizzera... Mi fa: guarda che mi sembra che sia un’agenzia di Milano quella su cui indagano». Coinvolgono anche il Comasco, frammenti dell’indagine sulla presunta banda di spioni arrestata dai carabinieri di Varese nell’ambito di un’indagine della Dda di Milano.

La società coinvolta

Al centro dell’inchiesta gli uffici della Equalize srl, società specializzata in “business intelligence” ovvero in investigazioni per conto delle imprese per «analizzare e valutare la reputazione di clienti, fornitori, management e partner». Analizzare come? Secondo l’accusa con l’aiuto di uomini delle forze di polizia compiacenti che avrebbero saccheggiato le banche dati Sdi (tutto ciò che riguarda la storia penale degli italiani), Serpico (dove si trova la storia economico finanziaria), Inps e altre (incluse quelle contenenti informazioni sulla salute). Riguardo la “fonte” comasca gli inquirenti non hanno raccolto ulteriori notizie, in altri termini non l’hanno identificata. Ma si sa che da Como sono partite alcune delle denunce che hanno riguardato gli accessi abusivi in banca dati.

Le vittime

Proprio a quell’indagine si riferiva Calamucci, parlando al telefono con Giulio Cornelli, anche lui arrestato, gestore dell’apparato informatico-telematico del gruppo di via Pattari, vicino al Duomo di Milano, ovvero la sede della Equalize. Amministratore della società Carmine Gallo, ex stimatissimo poliziotto, uno dei principali detective coinvolti nelle grandi indagini milanesi contro la ’ndrangheta e non solo. Proprio Gallo è uno dei poliziotti protagonisti della liberazione di Alessandra Sgarella, rapina dalla ’ndrangheta e nascosta in Aspromonte alla fine degli anni Novanta.

Si diceva dei comaschi spiati. Due di loro, collegati - da quanto emerge dalle intercettazioni - a una concessionaria d’auto della nostra provincia, sarebbero stati spiati e avrebbero scoperto che informazioni riservate sul loro conto erano state diffuse illecitamente, presentando così una denuncia in Procura a Como.

Almeno altri tre comaschi sarebbero rimasti vittime del furto di notizie riservate sul quale sta indagando la Dda di Milano: si tratterebbe di uno dei responsabili di una banca d’affari svizzere, con sede a Chiasso, di un canturino e di un imprenditore di Mariano Comense.

Il giudice delle indagini preliminari di Milano ha emesso due provvedimenti di interdizione dai pubblici uffici per un agente in servizio presso la Dia di Lecce e per un poliziotto del Commissariato di Rho-Pero, accusati di aver abusivamente effettuato ricerche non autorizzate nelle banche dati riservate.

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