Gara di tuffi dal muretto di viale Geno: arriva la polizia, ragazzi allontanati

L’allarme Dopo le prime segnalazioni di sabato anche ieri c’era chi si buttava nel lago. Gli agenti hanno rimproverato il gruppo di giovani, poi li hanno invitati ad andare via

Giusto sabato era risuonato il primo allarme della stagione, con quei gruppi di ragazzini che in viale Geno si buttavano nel lago. E ieri è successo ancora, tanto che a una pattuglia della Polizia è toccato intervenire per interrompere la gara di tuffi di un gruppo di ragazzi stranieri.

Erano sette o otto, non giovanissimi, tutti attorno ai vent’anni. Stranieri, non parlavano italiano. E non hanno resistito al richiamo dell’acqua fresca a un’ora, poco prima delle 15, in cui la temperatura non era ancora stata smorzata dai temporali della sera.

Pericolosi e vietati

Via la maglietta e, davanti alla funicolare, in spregio ai cartelli che pure spiegano che bagni e tuffi sono pericolosi, e soprattutto sono vietati, hanno dato il via a una e propria gara di tuffi dal muretto: chi salta più lontano, chi riesce a farlo all’indietro e così via. Un dislivello di tre-quattro metri, e un fondale insidioso, che purtroppo è già stato fatale, in questo tratto di lago, a più di un giovanissimo.

La gara però è stata interrotta da una pattuglia della Polizia, che si è trovata a passare proprio mentre i giovanotti si esibivano: gli agenti gli hanno fatto la ramanzina ma, da quanto è dato sapere, niente multa. Li hanno invitati a rivestirsi e a trovare un altro modo per trascorrere il pomeriggio.

La bravata, quindi, non ha avuto conseguenze tragiche, ma il problema tornerà a presentarsi presto e per il resto della stagione. Fare il bagno in quel punto è vietato, i cartelli lo indicano chiaramente in più lingue, lo stesso divieto è presente a Villa Olmo. Ma l’effetto deterrente della segnaletica è minimo, i turisti - soprattutto stranieri e molto giovani - difficilmente resistono al richiamo di un tuffo.

Avvisi di poco impatto?

Tiziano Riva, direttore della società Salvamento, che forma i bagnini, ieri suggeriva di modificare la comunicazione e installare «un cartello gigante con un teschio, con scritto “pericolo di morte”. Il divieto di balneazione c’è, è scritto anche in più lingue, ma forse gli avvisi hanno poco impatto».

Intanto anche la Polizia locale si prepara a una stagione di controlli e di multe, ma non c’è la possibilità materiale di lasciare una pattuglia fissa a presidiare le sponde. Il vero problema, secondo il sindaco Alessandro Rapinese, sono le persone che non rispettano le regole: «Scommetto che se anche mettessimo delle transenne – dice – qualcuno sarebbe pronto a scavalcarle per tuffarsi lo stesso».

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