Gianni Biondillo sul futuro dell’asilo Sant’Elia: «Como può diventare capitale dell’architettura moderna»

L’opinione Appassionato di Razionalismo, l’architetto-scrittore ha le idee chiare sul potenziale della città potenziandone il patrimonio architettonico razionalista anche in termini turistici

«L’asilo Sant’Elia dovrebbe diventare il punto di partenza di un progetto più ampio, di respiro internazionale, per promuovere il Razionalismo, portando a Como anche un turismo culturale di alto livello». Non ha dubbi Gianni Biondillo, autore e architetto, che della città ama ogni angolo e soprattutto quelli in cui la sapiente linea degli architetti razionalisti riesce a catturare l’occhio. E non sono pochi.

«È uno degli edifici di architettura moderna più studiati al mondo e che si inserisce in una città che potrebbe tranquillamente essere la capitale dell’architettura moderna, tanti sono gli edifici di enorme pregio che ospita», spiega Biondillo, ricordando un’occasione molto particolare quando a Tokyo, durante la conferenza con un vincitore del premio Pritzker (l’equivalente del Nobel in architettura) uno studente newyorkese citò tra gli edifici da vedere una volta nella vita anche due italiani, villa Malaparte a Capri e la Casa del Fascio a Como. È inevitabile quindi, secondo Biondillo, che un progetto di riqualificazione del Sant’Elia come polo culturale sia inserito in un piano di ampio respiro. «I comaschi devono rendersi conto del posto in cui vivono e smettere di guardarsi l’ombelico.Occorrerebbe coinvolgere le tante menti che ci sono in città, a partire dall’ordine degli architetti, per creare qualcosa che interessi l’Italia e anche l’estero».

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Biondillo non aveva dubbi nemmeno del 2015, quando in un articolo per DoppioZero (“Como. Looking for Giuseppe Terragni”) faceva partire proprio dall’asilo Sant’Elia una passeggiata dedicata al Razionalismo. «Serve un investimento non solo nel restauro, che deve seguire i canoni più aggiornati. Immagino questo edificio come luogo di conferenze e come archivio. Il sindaco dovrebbe bussare alle porte del ministero e ricordare che a Como c’è un patrimonio del ’900 che ha tanto valore quanto la città antica o il Duomo».

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