Gioco d’azzardo, 800 milioni in sei mesi. L’allarme: «Sempre più ragazzi coinvolti nei giochi online»

La dipendenza Como si distacca da Lecco e Sondrio: 444milioni nei luoghi fisici, 350 sul web. Parillo (Sert): «I giovani giocano online, difficile controllarli. Ma l’Ats sta investendo in sportelli»

Da gennaio a giugno 2024, in provincia, sono stati spesi 444 milioni di euro tra slot machine, gratta e vinci e altre forme fisiche di gioco d’azzardo e 350 milioni invece in giochi telematici sul web.

I numeri, pubblicati su Il Giorno e facenti parte di un’elaborazione dei dati di Adm (Agenzia delle dogane e dei monopoli) realizzata da Filippo Torrigiani, consulente del Coordinamento nazionale comunità accoglienti, raccontano di un mondo parallelo in cui le emozioni forti legate alle vincite e i disturbi provocati dalla dipendenza che queste generano la fanno da padrone.

I dati

Numeri superati da altri capoluoghi - Milano, su tutti, con un totale di 4 miliardi e mezzo spesi in azzardo tra luoghi fisici e web, ma anche Bergamo (quasi 1,3 miliardi in totale), Brescia (1,5 miliardi) e Varese (1 miliardo abbondante) - che però a loro volta sono ben superiori rispetto alla situazione fotografata dall’Adm nelle vicine province di Lecco e di Sondrio (qui i soldi “bruciati” nel gioco d’azzardo ammontano rispettivamente a 300 milioni nel Lecchese e 236 milioni in Valtellina).

Non bastano però i numeri a descrivere l’evoluzione del fenomeno sul territorio lombardo (in tutta la regione si spendono 12,3 miliardi in queste attività). Il dossier elaborato da Torrigiani e introdotto da uno scritto del cardinale Matteo Maria Zuppi punta l’attenzione anche sull’abbassarsi dell’età media di chi resta invischiato nei meandri del gioco d’azzardo.

«Lo notiamo anche noi - conferma Teresa Parillo, responsabile dei Sert di Asst Lariana - sicuramente c’è una diminuzione dell’età media. Anche se per quanto riguarda i pazienti più giovani il gioco d’azzardo più diffuso è quello online, che si fa fatica a controllare e questo è un dramma». Dalla Regione, ormai da sei anni, vengono stanziati fondi destinati proprio a intervenire su questo fronte. «L’Ats, che è molto sensibile al tema, tanto che credo rientrerà tra i Lea (livelli essenziali di assistenza, ndr), ci ha dato come obiettivo quello di creare dei luoghi che funzionino come sportelli. È un obiettivo che abbiamo, per il momento il riferimento è il Sert - prosegue la dottoressa - In queste situazioni è importante dare sostegno ai giovani che soffrono della dipendenza e anche alle famiglie che si chiedono come agire e quando è il momento di preoccuparsi».

La cura è psicologica

Anche perché, come spiega la Parillo, spesso la dipendenza dal gioco d’azzardo si accompagna ad altre dipendenze.

«La ragione che spinge molti a giocarsi i soldi, che sia alle slot machines, come capita per esempio alle persone più anziane, o con i giochi virtuali, è il desiderio di avere più soldi da poter spendere per inseguire le mode. Il telefono o l’automobile di ultima generazione, o semplicemente per arrivare a fine mese». Una dipendenza nella dipendenza, che esorta a mostrarsi sempre al passo coi tempi e, per renderlo possibile, spinge a giocarsi interi stipendi. «Non c’è una cura farmacologica, come avviene per la dipendenza da eroina - conclude la dottoressa - Servono interventi psicologici e questo rende i percorsi ancora più difficili. Bisogna lavorare sulla consapevolezza del danno che questa dipendenza crea. Liberarsene è molto doloroso».

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