«I miei dati in piazza»: il giornalista ricorre al Garante della privacy

Il caso Volto tv di Mediaset scopre di essere stato sottoposto a una sorta di indagine patrimoniale in un processo di separazione che coinvolge la fidanzata: «Poi ci lamentiamo dei dossieraggi»

Como

Tiene banco in questi giorni, non solo a Como, la disavventura giudiziaria del giornalista televisivo Enrico Fedocci, vittima di una iniziativa del tribunale civile lariano. Fedocci si è rivolto al garante della privacy dopo che nel contesto di una causa di separazione - quella della sua attuale fidanzata dall’ex marito - la giudice Nicoletta Sommazzi ha disposto un accertamento patrimoniale sui suoi beni, ordinando a enti, agenzie pubbliche e istituti bancari la consegna di una lunga documentazione senza che il malcapitato fosse informato di nulla. In altre parole il tribunale avrebbe assunto una iniziativa processuale senza alcuna comunicazione al diretto interessato, che peraltro con il processo centra quanto i proverbiali cavoli a merenda, non avendo con l’attuale fidanzata alcun vincolo giuridico oltre al mero legame affettivo.

Per dirimere le questioni economiche relative al mantenimento dei figli, la giudice del tribunale comasco ha chiesto di verificare «situazione lavorativa, estratto contributivo, eventuali indennità, provvidenze o rendite di qualsiasi tipo percepite, la dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni, estratti conto bancari del triennio, nonché ogni altra informazione utile sul patrimonio mobiliare e immobiliare, e la situazione economica dello stesso ottenibile mediante l’applicazione Serpico e l’accesso alle banche dati comprese nell’Anagrafe tributaria, ivi incluso l’archivio dei rapporti finanzari».

Fedocci ha fatto ricorso, ritenendo che gli accertamenti disposti dal giudice siano incompatibili con le regole della privacy. Soprattutto non si capisce quale sarebbe il titolo giuridico per cui il giornalista dovrebbe stare nel processo, circostanza rispetto alla quale il tribunale non gli ha mai comunicato nulla, e di cui il diretto interessato sarebbe rimasto probabilmente all’oscuro se non fosse capitato casualmente sull’argomento conversando con la fidanzata.

«In uno stato di diritto - ha commentato Fedocci - mi sembra una follia. Poi ci lamentiamo dei dossieraggi».

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