Giudizi rivisti, condotta e bocciature: ai presidi non piace la nuova legge

Scuola Elementari e medie: «La valutazione è un mezzo, non un fine. Così si torna indietro». I dirigenti delle superiori: «Le riforme possono essere lodevoli, ma complicate da applicare»

Ritorno dei giudizi sintetici alle elementari, voto in condotta numerico alle medie e alle superiori, con la bocciatura automatica per chi prende 5 e il debito in educazione civica (alle superiori) con il 6. E ancora in ottica diploma, solo con il 9 e 10 in condotta si potrà ambire al punteggio più alto di maturità, poi multe salate per chi aggredirà il personale scolastico, infine attività socialmente utili all’interno della scuola o in enti convenzionati, per chi viene sospeso. Queste le principali novità del ddl Valditara, diventato legge. Nuove norme che, per il ministro dell’Istruzione, serviranno a contrastare la violenza a scuola.

«Provo rammarico per il lavoro fatto fino a ora – ammette Massimiliano Branchini, preside dell’ic di Albate - Il modello attuale dei giudizi sicuramente si poteva migliorare, ma dal punto di vista della valutazione tiene conto dei processi evolutivi dei bambini. Non solo una modalità, ma anche strategia per migliorare gli apprendimenti: la valutazione non è un fine, ma un mezzo. Forse il giudizio sintetico è più immediato a livello di comunicazione, ma più restrittivo nel descrivere quelle che sono difficoltà e carenze. Mi sembra di tornare indietro, tra l’altro ad anno scolastico iniziato. Credo in una valutazione che educa, non in una che misura».

«Prenderemo atto delle indicazioni– commenta Maria Cristelli, preside dell’Ic Como Nord - Se vengono dal ministero, dobbiamo applicarle. Ora però è prematuro parlarne: abbiamo tanti buchi nell’organico, la priorità è riuscire a garantire un servizio pur non avendo le risorse. Le insegnanti si stanno sovraccaricando per i posti non assegnati e mancanti».

Così alle superiori

Quindi le considerazioni dei presidi degli istituti superiori per la condotta. «Il 9 o 10 può convincere gli studenti a un comportamento più corretto – spiega Nora Calzolaio, preside del Pessina - Da noi, con una nota disciplinare, si prende 7, quindi se non vogliono rovinare tutto, cercheranno di evitare. Per quanto riguarda le attività in strutture convenzionate da far fare ai sospesi, la mia perplessità è che non è sempre facile trovarle e comunque devono assicurare un controllo dello studente. Recuperare il 6? Credo che un elaborato aiuti poco. Spesso sono riforme lodevoli negli intenti, ma complicate da applicare».

«Per il 5, bisogna avere comportamenti di un certo peso, come violenza sulle persone o mancanza del rispetto della dignità, atti vandalici – aggiunge Vincenzo Iaia, preside del Ciceri - Ma ora in quale contesto va dato? Non è ancora chiaro. Servirà una circolare ministeriale che darà i contorni entro cui ci possiamo muovere. Negli ultimi anni, comunque, da noi non ne sono stati dati».

Luci e ombre

L’ultima riflessione è di Gaetana Filosa, preside della Ripamonti. «I cambiamenti significativi sono il voto in condotta che va a incidere sui crediti in ottica diploma, il giudizio sospeso con il 6 e la sanzione nel caso si offenda il personale. Per le attività ai ragazzi sospesi, se il ministero ci aiuta a trovare gli enti è più costruttivo rispetto a un allontanamento vero e proprio. Agli studenti va dato un freno quando hanno un comportamento negativo e aiutarli in un cambiamento, così come un premio quando lo meritano».

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