Como, la giunta non risponde sul piano delle opere e i consiglieri di minoranza lasciano l’aula

Palazzo Cernezzi L’esecutivo non risponde alle domande sul Dup. Le minoranze sottolineano l’importanza del documento di programmazione ed escono in segno di protesta

Grande scompiglio in aula consiliare ieri sera, mercoledì 24 luglio, quando i gruppi di minoranza Pd, Svolta Civica, Forza Italia e Lega sono usciti da Palazzo Cernezzi in segno di protesta senza votare l’approvazione del documento unico di programmazione per il triennio 2025-2027, tra i documenti centrali dell’attività amministrativa comunale. Causa della reazione dei consiglieri di minoranza è stata la decisione della giunta di rispondere a meno di una decina delle circa cento domande sottoposte all’amministrazione comunale sottoforma di richiesta di chiarimento in relazione al dup.

La giunta si è appellata all’articolo 57 del regolamento del consiglio comunale per giustificare le mancate risposte a domande ritenute non conformi al regolamento, secondo il quale le domande devono essere volte «ad acquisire elementi di conoscenza su aspetti formali e interpretativi del testo, necessari alla formulazione dell’intervento del consigliere in sede di discussione». Dopo una lunga pausa dei lavori del consiglio, resasi necessaria a seguito della richiesta del consigliere Vittorio Nessi (Svolta Civica) di fare ricorso all’assemblea per valutare che l’articolo 57 del regolamento fosse stato correttamente interpretato dalla giunta nel rifiutare di rispondere alle domande, il Consiglio ha confermato la posizione di sindaco e assessori scatenando la protesta dei consiglieri di minoranza.

La protesta dei consiglieri di minoranza: «Mancanza di rispetto»

«Questa serata è imbarazzante - ha dichiarato la consigliera del Pd Patrizia Lissi - Non è mai successa una cosa del genere: avete avuto il coraggio di scrivere alcune cose assurde nel dup, ma avete avuto anche il coraggio di negare risposte a consiglieri comunali che rappresentano dei cittadini e hanno il diritto di avere delle risposte».

«Non si era mai verificato dal 2014 una cosa di una tale gravità - ha detto il consigliere del Pd Stefano Legnani - Ci avete chiesto di fare delle domande e di presentarle in un certo modo, ma facevate prima a dire che non bisognava nemmeno presentarle. Abbiamo fatto domande di chiarimento politico, per capire cosa avete in mente di fare in città. Ma evidentemente la democrazia per il sindaco, una volta eletto, è un fatto accidentale e quasi fastidioso».

«Trovo altamente imbarazzante che abbiamo speso quasi tre ore pagati dai cittadini comaschi in questa maniera: sarebbe stato più semplice rispondere su un documento così importante che ho sentito così definire per cinque anni anche dai consiglieri Rapinese e Anzaldo. Tre ore per una discussione che è andata sul banale come sempre. Non ho niente con nessun consigliere della maggioranza, però dobbiamo rispettare i lavori di questa sala, la sala consiliare di un capoluogo di provincia che come tale deve essere usata» il commento della consigliera della Lega, Elena Negretti.

Accorato l’appello del consigliere di Forza Italia Giordano Molteni che ha invitato anche i consiglieri comunali di maggioranza a riflettere sull’importanza del ruolo ricoperto nel nome dei cittadini: «Ho avuto la fortuna nella mia vita di consigliere comunale di esserlo stato dall’inizio degli anni ’70. L’ho sempre fatto con grande onore, onore che ognuno di noi dovrebbe sentire proprio. Durante tutti questi anni ho visto nascere il documento unico di programmazione e mi sono detto che era un passo avanti nella vita amministrativa, istituzionale di un Comune. La forza di una città è il consiglio comunale, è l’organo che conduce la danza nella città: mi rivolgo a tutti i consiglieri qui presenti, chiediamoci come è stato condotto questo consiglio comunale e rendiamoci conto che la forza siamo noi. Parliamone. Il sindaco dovrebbe ascoltare quello che diciamo, ma diciamolo».

La minoranza lascia l’aula consiliare

Al termine della discussione degli ordini del giorno e delle dichiarazioni di voto, dunque, l’intera minoranza (erano presenti ieri otto consiglieri comunali, Molteni per Forza Italia, Negretti per la Lega, Lissi, Legnani, Fanetti e Galli per il Pd, Nessi e Vozella per Svolta Civica, assenti entrambi i consiglieri di Fratelli d’Italia) ha deciso di non esprimere il proprio voto per l’approvazione del dup e ha lasciato l’aula in segno di protesta. Rimasta solo la maggioranza in aula, il documento è stato approvato all’unanimità.

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